A colpi bassi per il presidente

SCOTTI GIACOMO

CROAZIA/ELEZIONI LUNEDI' 7 IL BALLOTTAGGIO. IERI SI E' INSEDIATO IL NUOVO PARLAMENTO

A colpi bassi per il presidente

Scontro tra Mesic, l'uomo della "svolta" e Budisa che chiede i voti ai nostalgici di Tudjman

- GIACOMO SCOTTI - ZAGABRIA

S i è insediata ieri la neoeletta Camera dei deputati a stragrande maggioranza di centrosinistra. Il leader del Partito contadino Zlatko Tomcic è stato eletto presidente; svolgerà pure le funzioni di Capo dello Stato ad interim in attesa che gli elettori, al secondo turno del 7 febbraio prossimo, scelgano il presidente fra Stipe Mesic e Drazen Budisa.

Nel pomeriggio è giunta a Zagabria il segretario di Stato Usa Madeleine Albright che si è incontrata col nuovo presidente del Parlamento Tomcic, con il premier Racan, con i due candidati alla presidenza della Repubblica e con esponenti dell'organizzazione non governativa Gong per il controllo delle elezioni. La Albright ha esaltato la "maturità" dei croati che hanno permesso la svolta democratica - bontà sua, in ritardo di dieci anni, visto che Tudjman è stato il principale alleato in armi dell'Occidente nei Balcani.

Intanto si avvicina il giorno decisivo del ballottaggio fra Mesic e Budisa che porterà l'uno o l'altro sulla poltrona che fu per dieci anni del "Supremo" Franjo Tudjman. A giudicare dalla lunga campagna elettorale, prima e dopo il 24 gennaio quando Mesic giunse primo su nove candidati senza però superare il fatidico 50%, i due concordano su tutto o quasi: dalla necessità di abolire gli eccessivi poteri concessi dall'attuale Costituzione al capo dello stato, al pieno appoggio da dare al programma del governo di centrosinistra in politica estera ed interna. A distinguerli, però, ci sono parecchie "sfumature", a cominciare dall'atteggiamento verso il nazionalismo. Seguendo concetti che mal concordano con le linee della coalizione a sei, Budisa non riesce a nascondere una buona dose di sciovinismo che fu l'arma di Tudjman. Mesic non soffre di questo male, e sei anni fa ruppe i ponti col "Supremo" proprio su questo punto. E' vero che si era lasciato trascinare da Tudjman nella secessione dalla Jugoslavia, ma in quel turbinoso periodo tentò pure di salvare il salvabile, e non a caso oggi gli avversari gli rinfacciano l'auspicio espresso allora che non fosse scoppiata la guerra e che nella Jugoslavia confederata "si poteva continuare a vivere bene".

C'è poi il"problema istriano", ovvero il contrasto fra i due su plurilinguismo e multiculturalità in Istria, appoggiati da Mesic ed osteggiati da Budisa. Dietro il"problema istriano" si cela la politica verso tutte le minoranze etniche in Croazia: ampia tolleranza (Mesic) o paletti e restrizioni (Budisa)? A suo tempo il candidato social-liberale polemizzò e la Dieta Democratica Istriana e col suo leader Nino Jakovcic per la loro "eccessiva" apertura alle minoranze e per il loro regionalismo, accusandoli di minare l'unità territoriale della Croazia.

Nonostante lo sfoggio esteriore del galateo da parte di Budisa, il suo staff e lui stesso hanno condotto una campagna elettorale sporca, basata poco sui programmi, molto sul discredito dell'avversario - usanso anche le accuse lanciate dalla destra Hdz, come quelle di Ivic Pasalic, uno dei falchi erzegovesi o scavando nei meandri meno chiari della sua biografia e nel portafoglio. Ivan Zvonimir Cicak, il più valoroso combattente croato per la difesa dei diritti civili e umani, ha denunciato pubblicamente sul giornale "Novi List" il "vergognoso, disgustoso e feroce linciaggio morale" di cui Mesic è vittima da parte dello staff di Budisa capeggiato dal socialdemocratico Zdravko Tomac, braccio destro del premier Racan. "Quello stesso - dice Cicak - che a suo tempo espulse Budisa dalla Lega dei comunisti alla Facoltà di filosofia di Zagabria". Era il 1971.

Tra l'altro, sordo alle smentite di Mesic, Budisa lo accusa di essere stato finanziato, in questa campagna elettorale, da un businissman arricchitosi durante la guerra per traffici con il separatista musulmano-bosniaco Fikret Abdic. A loro volta i sostenitori di Mesic ritengono inammissibile che il Partito social-liberale di cui Budisa è il massimo leader, continui a collaborare con l'Hdz. In coalizione con il partito tudjmaniano, infatti, i "budisciani" governano in tre città decisive: Zara, Sebenico e Bjelovar. E la sinistra socialdemocratica sta a guardare...

Budisa inoltre è assai fumoso quando si parla di "svolta" nella politica di Zagabria verso i croati erzegovesi che al tempo di Tudjman furono strumenti degli appetiti territoriali in Bosnia-Erzegovina, così come è sfuggente quando si tocca l'argomento della collaborazione della Croazia con il Tribunale internazionale dell'Aja per i crimini di guerra. Su questi due punti Mesic è stato preciso e deciso: rottura con la vecchia politica di foraggiamento delle cricche politico-mafiose erzegovesi e pugno duro con i criminali: ha già fatto cacciare dall'esercito croato un generale erzegovese indicato come incline ai complotti.

Così Budisa ha rivolto un aperto invito ai più importanti dei candidati che non superarono il primo turno, l'accadizetino Mate Granic e l'indipendente di sinistra Slaven Letica affinché convoglino sul suo nome i voti raccolti il 24 gennaio: 22% l'ex ministro degli esteri e 4,7% l'intellettuale sociologo. Ha promesso loro e ad un generale distintosi nella "guerra patriottica" l'incarico di consigliere per la politica estera, la politica interna e la difesa nazionale. Letica ha rifiutato invitando i propri sostenitori a votare secondo coscienza; Granic ha chiamato i suoi elettori a votare stavolta per Budisa, ringraziandolo per l'offerta dell'incarico che tuttavia non accetterà. Granic vuole rientrare nella leadership dell'Hdz per "riformare democraticamente" il partito.

Avrà dei contraccolpi questo "mercato dei voti"? A giudicare da un sondaggio condotto dal quotidiano "Novi List" su 1596 persone, Budisa salirà dal 22 al 33,4% grazie all'appoggio di una parte degli elettori del vecchio regime, mentre Mesic scenderà dal 42 al 36,8% ma comunque vincerà. Gli incerti, tuttavia, superano il 25%.

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