Ricatti clericali e omissioni di governo

D'ELIA CECILIA

CONGRESSO DS

Ricatti clericali e omissioni di governo

CECILIA D'ELIA

L' approvazione al congresso dei Ds di un ordine del giorno sulle droghe proposto dalla Sinistra giovanile ha scatenato le ire degli oppositori. Non può davvero dirsi un sereno confronto quello a cui abbiamo assistito in questi giorni. Invece che discutere nel merito delle proposte, l'opposizione, in sintonia con una parte della maggioranza di governo, ha scatenato una campagna per contestare la stessa legittimità della posizione assunta dai Ds. E così da una parte ci sarebbero i sostenitori della Verità sulla lotta alla droga, dall'altra coloro che cadono nell'eresia. Giustamente, rispondendo in parlamento, il presidente del consiglio D'Alema ha difeso la scelta del suo partito di intervenire con una propria posizione, che ha una sua fondatezza, è sostenuta anche da operatori, oltre che da diversi governi, come quello olandese, che, come ha detto testualmente, "non possono esser sospettati di immoralità". E ha sottolineato la funzione propria dei partiti, di suscitare il confronto e il dibattito, distinguendola - e lo sappiamo bene anche noi - dalla funzione del governo, che deve attenersi al programma che la coalizione si è data. Ma di quel programma, e troppi sembrano essersene dimenticati in questi giorni, fa parte anche la depenalizzazione completa del consumo. Assunta prima come impegno dal governo Prodi alla Conferenza sulle tossicodipendenze di Napoli, poi dal primo governo D'Alema in occasione della discussione sulla depenalizzazione dei reati minori. All'epoca si arrivò allo stralcio delle norme sulle droghe, proprio perché il governo si impegnò a presentare un testo organico sul tema. Ci saremmo aspettati che D'Alema lo ricordasse, se non altro per rinfrescare la memoria agli alleati più rissosi.

Vedremo se nelle prossime settimane i Ds e le altre forze della maggioranza che condividono quella posizione, sapranno farla vivere come uno dei temi importanti del dibattito politico a cominciare dalle elezioni regionali. Ma quella scelta, per essere credibile, deve anche servire a richiamare il governo ai punti non attuati del suo programma.

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