Nove croati pronti al via, Budisa in pole position

SCOTTI GIACOMO

BALCANI RIBALTONE, ATTO SECONDO

Nove croati pronti al via, Budisa in pole position

Il partito di Tudjman, in pezzi, perderà anche le presidenziali

- GIACOMO SCOTTI - ZAGABRIA

S econdo tempo del "ribaltone" politico in Croazia: è cominciata la campagna elettorale per le presidenziali. Alla scadenza dei termini per la presentazione delle candidature convalidate da non meno di diecimila firme, solo 9 dei pretendenti al trono che fu di Tudjman hanno ottenuto il nullaosta dalla Commissione statale centrale. All'origine erano 29. 13 sono stati bocciati per non aver raccolto un numero sufficiente di firme, altri 16 hanno rinunciato alla gara. Il prossimo 24 gennaio, perciò, gli elettori sceglieranno fra questi candidati: Drazen Budisa, social-liberale; Mate Granic, accadizetino; Stipe Mesic, popolare di sinistra; Zvemimir Separovic, accadizetino; Tomislav Mercep, estrema destra; Anto Giapic, neoustascia; Slaven Letica, indipendente di centro-sinistra e scrittore; Ante Prkacin, destra di estrazione fascista; Ante Ledic, ricco imrenditore di destra.

Separovic, ministro uscente di grazia e giustizia, toglierà voti al suo amico di partito ma sarà battuto. La stessa cosa si può dire per Mercep. Giapic, Prkacin e Ledic raccoglieranno i voti dell'arcipelago estremista senza raggiungere l'obiettivo; Letica toglierà invece voti al centro-sinistra, ma nemmeno i suoi suffragi saranno moltissimi. La vera gara sarà fra Budisa, Granic e Mesic, soprattutto fra i primi due che si ritroveranno di fronte nel ballottaggio del 7 febbraio.

Il vostro corrispondente è certo che il presidente della "seconda repubblica" croata sarà Budisa, classe 1948, laureato in filosofia e sociologia, padre di tre figli, ex leader studentesco nella "primavera croata", finito per quattro anni in carcere insieme a Tudjman, ma a differenza del "Supremo" avversò l'estremismo nazionalista e fondò nel 1989 l'Hsls, partito social-liberale di centro. Alle recenti elezioni ha guidato, con il socialdemocratico Ivica Racan, la lista unica dell'opposizione, uscendo vittorioso con l'appoggio di una seconda lista di 4 partiti di centro-sinistra. E' così sicuro di essere eletto che ha ceduto la presidenza del suo partito a Goran Granic (fratello di Mate Granic).

In un'intervista, il nuovo leader social-liberale ha dichiarato: "Non intendo certamente cambiare fratello, con Mate mantengo ottimi rapporti, ma le elezioni presidenziali ci impongono di concentrare i voti su Budisa, di scegliere fra due politiche, ed io non sostengo ovviamente quella catastrofica e perciò fallita dell'Hdz". Senza un capo di stato in sintonia con il nuovo parlamento e il nuovo governo, ha aggiunto Goran Granic, non sarebbe possibile realizzare le riforme e i cambiamenti che si attendono gli elettori.

Deciso a inaugurare anche un nuovo stile di attività politica, Drazen Budisa ha offerto una cena in una modesta trattoria agli altri concorrenti annunciando che non prenderà alloggio nel palazzo di Pantovcak che Tudjman trasformò in propria reggia e che farà a meno dell'esercito di consiglieri di cui il "Supremo" si era circondato, dilapidando più della metà del bilancio statale. In attesa della riforma della Costituzione, non eserciterà alcuno dei poteri dispotici che l'attuale Carta concede. Ha annunciato anche radicali cambiamenti nel funzionamento dell'apparato statale, a cominciare dall'Uns, l'"Ufficio per la sicurezza nazionale" che Tudjman aveva trasformato in un superservizio segreto. Il numero dei funzionari dei numerosi organismi presidenziali e governativi sarà drasticamente ridotto, dimezzati gli stipendi di ministri e deputati, venduti all'asta l'aereo, il panfilo e le numerose automobili personali del defunto Supremo.

Intanto, nel corso di una tumultuosa riunione del comitato centrale dell'Hdz, il "falco" Vladimir Seks, ricorrendo a un colpo di mano, si è impossessato della leadership del partito, minacciando un'epurazione interna a danno di tutti coloro che hanno provocato la sconfitta alle elezioni parlamentari. Seks ha detto che la pulizia deve servire "a riportare il partito alle sue origini programmatiche, tudjmaniane". A sua volta Vlstko Pavletic, capo di stato ad interim, ha annunciato che non sarà lui ad affidare l'incarico per il nuovo governo, ma il capo dello stato che uscirà dalle urne, per procrastinare di un mese il passaggio dei poteri.

Nella campagna elettorale, Budisa si muoverà in autobus (imitando Prodi) e Granic in treno. Sembra lontana secoli l'epoca di Tudjman.

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