Come convincere elettori recalcitranti

SCOTTI GIACOMO

ZAGABRIA LA CAMPAGNA DEL GOVERNO

Come convincere elettori recalcitranti

Bastoni per i comizi dell'opposizione, e il "pieno" in Tv

- G.S. - ZAGABRIA

I n Croazia, in piena campagna elettorale, la Tv di Stato sta trasmettendo a puntate un film di recentissima produzione, finanziato dal regime, dal titolo In fila per quattro . Raccontando episodi della seconda guerra mondiale, il film falsifica brutalmente la storia e, realizzando le tesi del vecchio e nuovo fascismo, esalta l'esercito collaborazionista demobrano , presentando invece i partigiani come un esercito di assassini e autori di stragi.

Numerose denunce sono state sporte alla Corte costituzionale da organizzazioni di cittadini e Comitati per il controllo della campagna elettorale, contro l'abuso della televisione pubblica per calunniare l'antifascismo che contraddistingue i partiti di opposizione. Ammesso che la Corte intervenga, sarà comunque troppo tardi: la campagna elettorale sarà già finita.

Pestaggi di regime

Purtroppo non pochi squadristi del partito governativo (e dei sui alleati di estrema destra) sono stati e continuano a essere quotidianamente protagonisti di azioni terroristiche in varie città del paese. A Cavtat/Ragusa vecchia, a sud di Dubrovnik/Ragusa, una banda di quindici accadizetiani identificati, guidati dal presidente del partito governativo locale, hanno dato l'assalto a un comizio dei due principali partiti di opposizione, il socialdemocratico e il social-liberale, disperdendo il pubblico a bastonate.

Non finisce qui. Gli Hdz sono poi riusciti a impedire la conferenza stampa - sempre con gli stessi metodi -dei medesimi partiti, tentando di linciarne i rappresentanti, fra i quali il presidente della Giunta regionale dalmata e il sindaco di Spalato. Li hanno quindi inseguiti, e quando quelli, privi della protezione della polizia, hanno cercato scampo nelle proprie automobili, gli scatenati squadristi hanno cercato di gettare i veicoli in mare.

Guai a voi, nostalgici jugoslavi

Sempre in Dalmazia, nella cittadina di Mali Zaton, i "soliti ignoti" accadizetiani hanno fatto irruzione nella casa di Berta Dragicevic, leader liberale, vicesindaco di Ragusa e capolista di una coalizione di quattro partiti di opposizione di centro-sinistra nella circoscrizione della Dalmazia centro-meridionale. La casa della donna, che è anche segretaria del Centro Inter-universitario, è stata saccheggiata. I "visitatori" hanno disegnato sulle pareti la sigla Hdz, lasciando un biglietto che diceva: "L'Hdz ha il potere, il potere è nostro e basta! Se non vi garba faremo saltare in aria tutti voi jugoslavi!".

A Osijek, in Slavonia, è stata assalita, devastata e saccheggiata la sede del partito socialdemocratico dalla quale gli assalitori hanno asportato l'apparecchio telefonico, il fax e il computer con gli elenchi dei soci e simpatizzanti. Hanno lasciato scritte sulle pareti: frasi minacciose contro i "comunisti", "nostalgici jugoslavi" e "nemici della patria".

In Istria i preti cattolici hanno negato il sacramento della comunione a Ivan Nino Jakovic, il popolare leader del partito interetnico "Dieta democratica istriana". La ragione? All'inizio della campagna elettorale, nella piazza principale di Fiume, Jakovic ha distribuito insieme ad altri leader dell'opposizione centinaia di preservativi agli anziani pensionati ridotti alla miseria dalla bancarotta economica alla quale il partito al potere ha portato la Croazia. Le autorità della diocesi di Pola-Parenzo hanno anche diffuso un comunicato di condanna del partito regionalista.

Questi episodi sono stati stigmatizzati da quasi tutti i partiti (tranne l'Hdz e l'estrema destra); alcuni leader li hanno definiti "la variante croata del Ku-Klux Klan americano". Stranamente, però, nessuno ha levato la voce contro il fatto che - mentre in Bosnia Erzegovina le autorità diplomatico-consolari croate hanno indicato 15 località nelle quali i cittadini croato-bosniaci possono votare domani - nessun seggio elettorale è stato invece istituito in Serbia, neppure presso l'ambasciata croata a Belgrado, per gli oltre 300.000 cittadini croati presenti in quel paese.

Non votano i croati di Serbia

Se vorranno farlo, saranno costretti a recarsi in Ungheria dove per loro è allestito un seggio elettorale nella cittadina di Pècs! Considerato che si tratta nella stragrande maggioranza di profughi, poveri in canna e che solo pochissimi di loro hanno i mezzi per pagarsi il visto di uscita e il viaggio fuori della Serbia, il regime croato può stare sicuro: quei voti (chiaramente antiregime, perché di vittime del regime, della sua pulizia etnica) non ci saranno. Un'altra vergognosa discriminazione del croato-centrismo ipernazionalistico accadizetiano.

Ma con le discriminazioni non è finita. Pur di rubacchiare minuti preziosi alla Tv di stato in campagna elettorale, non c'è stato in questi giorni un ministro, viceministro o sottosegretario di stato croato che non abbia inaugurato un'opera pubblica qualsiasi: un nuovo laboratorio radiologico, una nuova aula di scuola, un campo sportivo in un villaggio dimenticato. Qua la prima pietra di un edificio che sarà costruito forse tra vent'anni, là la visita a una Casa del vecchio per distribuire cioccolatini; altrove la presenza, insieme a qualche vescovo, a un pranzo dei poveri presso un convento francescano o domenicano; e via elencando.

La Tv fa la sua parte

La Tv si incarica di dare a tutti questi eventi l'"importanza storica" che meritano. Nella seconda metà di dicembre il 52 per cento dello spazio radiotelevisivo è stato occupato da queste notizie. Il rimanente 48 per cento dello spazio riservato alla campagna elettorale è stato così distribuito (secondo i dati della stessa televisione di stato): alla sola Accadizeta il 19 per cento, a sei partiti di opposizione il 21 per cento, agli altri partiti minori l'8 per cento. Di nuovo la parte del leone la fa il partito-regime.

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