CROAZIA NEL VUOTO DI POTERE CHI COMANDA E' IL PARTITO-REGIME, L'HDZ
- GIACOMO SCOTTI - ZAGABRIA
F ranjo Tudjman tra la vita e la morte. Questa è l'estrema sintesi delle voci che corrono a Zagabria nei circoli politici e nei vertici dello stesso partito al potere, l'Hdz, sulla condizione di salute del Supremo ricoverato in ospedale da circa due settimane. Ieri l'altro ha avuto una grave emorragia degli organi interni. Il bollettino medico, più reticente e breve che mai, rileva un "adeguamento delle cure mediche al nuovo caso", limitandosi a segnalare il "peggioramento" delle condizioni generali.
Che qualcosa non vada per il verso giusto lo si può dedurre anche dal fatto che il primogenito del generalissimo, Miroslav Tudjman, capo del coordinamento dei servizi segreti dello stato, ha visitato due volte il padre. Una delle visite è stata fatta a un'ora davvero insolita, le sei del mattino. Oltre al cancro, il presidente croato ha subito un'operazione all'ulcera alla quale si è aggiunta nelle ultime ore un'infiammazione al peritoneo con emorragia.
Il governo croato ha tenuto ieri sul tardi una riunione di due ore a porte chiuse, ma il comunicato relativo non dedica una sola parola all'illustre paziente dalle cui decisioni, finora, dipendevano il funzionamento dell'esecutivo, la politica interna ed estera e perfino l'attività del Parlamento. La Costituzione croata, infatti, dà al "supremo" poteri vastissimi. Nel comunicato governativo si legge che anche le prossime riunioni saranno chiuse all'opinione pubblica.
Fra qualche giorno, in vista delle elezioni politiche del 22 dicembre, sarà sciolto il Parlamento. Lo ha deciso, con il voto esclusivo dei deputati del regime che hanno la maggioranza assoluta, la stessa Camera dei rappresentanti. Nei corridoi dell'Assemblea corre voce che "il presidente è appeso a un filo" e "dipende dalle apparecchiature", ma quello che ancor più preoccupa è il vuoto di potere che lo stato di salute del Supremo ha creato nel paese. Con lo scioglimento dell'Assemblea scade anche il mandato del suo presidente, Vlatko Pavletic, che in situazioni straordinarie dovrebbe sostituire il capo dello stato. In realtà c'è su questo punto grande incertezza e confusione. Nel vuoto, chi comanda è il vertice del partito-regime.
Le notizie si accavallano di ora in ora, ma tutte sono avvolte da un alone di mistero. Il consigliere di Tudjman e gran gerarca del partito al potere, signora Vesna Skare-Ozbolt, ha convocato i massimi dirigenti della Radio-televisione di stato, ma niente è trapelato sulle decisioni prese. Si è saputo solo che per i giornalisti è scattato lo "stato di allarme". Le redazioni dei giornali governativi si preparano ad uscire, se sarà necessario, con edizioni straordinarie. I più noti commentatori della radio e televisione sono stati invitati a mettersi "a disposizione" e ad acquistare in ogni caso abiti adatti ad eventi luttuosi.
Intorno alla clinica "Dubrava" nella quale è ricoverato Tudjman sono state rafforzate le misure di sicurezza. Nelle sedi dell'Hdz, il partito di Tudjman, a Zagabria e in altre città della Croazia, si respira un'atmosfera definita drammatica. Il numero uno del regime dopo Tudjman, il suo consigliere capo Ivic Pasalic - che è anche leader dei falchi e della lobby erzegovese -, ha avuto alcuni incontri col presidente del Parlamento Pavletic ma, contrariamente alle consuetudini, non è stato emesso alcun comunicato. Anche i leader dei partiti di opposizione si sono più volte riuniti a porte chiuse. Quanto al primo ministro Matesa, che si trovava in visita ufficiale a Vienna, è tornato in patria in tutta fretta.
All'ultimo momento si apprende che anche le elezioni del 22 dicembre - data annunciata dallo stesso Tudjman prima del ricovero in ospedale - sono in pericolo. Il relativo decreto che indice la consultazione popolare deve essere firmato dal Supremo. E' difficile che possa farlo nelle attuali condizioni.
Se la responsabilità della firma sarà assunta dal presidente del Parlamento, questi dovrà prima ricevere il mandato dalla Corte costituzionale, la quale dovrà stabilire preventivamente "l'incapacità del capo dello Stato" di espletare le proprie funzioni.
In tal caso però - e nel giro di 60 giorni - dovranno tenersi anche le elezioni presidenziali. Tutto sommato, la Croazia si trova in un bel pasticcio, e non è escluso che i falchi delll'Hdz possano tentare un colpo di mano.
A complicare il quadro c'è il versante internazionale. La Croazia è da tempo nel mirino del Tribunale dell'Aja per l'ex Jugoslavia in quanto non ha ancora estradato due presunti criminali e la Forza di pace in Bosnia (Sfor) ha accusato Zagabria di avere orchestrato una campagna di destabilizzazione delle istituzioni bosniache nell'Erzegovina, abitata in buona parte da croati.