TUDJMAN
- GIACOMO SCOTTI - ZAGABRIA
S e il "Supremo" non fosse ammalato, incapace di intendere e volere, le notizie da Johannesburg sui 40 milioni di dollari inviati dal Vaticano alla Croazia per acquistare armi durante la passata guerra bosniaca, susciterebbero in Tudjman un attacco di bile o qualcosa di peggio. Anche senza questa nuova mazzata sulla testa, le sue condizioni restano criticissime, al punto che il presidente del parlamento, lo scrittore Vlatko Pavletic, rompendo ogni indugio dopo 19 lunghi giorni di degenza ospedaliera del generalissimo ieri pomeriggio si è incontrato con i presidenti dei gruppi parlamentari e i leader di tutti i partiti rappresentati alla camera dei deputati. Si è parlato della possibilità di "convocare al più presto una sessione straordinaria della camera dei rappresentanti", l'ultima prima che il 27 novembre si chiuda questa legislatura.
L'Assemblea sarà chiamata a cercare la strada "per colmare un vuoto nella Costituzione", quello relativo alla sospensione dalle sue funzioni del Capo dello Stato per incapacità di svolgerle. Nella Costituzione in vigore la sostituzione può avvenire o per morte del capo dello stato, o per dimissioni volontarie o per incapacità permanente a svolgere le funzioni. Si vuol modificare l'articolo aggiungendo al permanente un "o provvisoria". L'opposizione è per questa via d'uscita.
Fino a ieri l'altro, il partito-regime Hdz riteneva una soluzione del genere offensiva per l'attuale presidente della repubblica. Il cedimento è dovuto alla situazione catastrofica e caotica creatasi nel paese, e anche a un pressante invito/appello lanciato dal Comitato croato di Helsinki (Hho) e dal Movimento per la democrazia e la giustizia sociale (Pdsp), le più prestigiose istituzioni della società civile operanti in Croazia. Il governo della Croazia, si legge nell'appello, deve promuovere con la massima urgenza, presso la Corte costituzionale, il procedimento per la rimozione di Tudjman dalla sua carica, vista la sua incapacità e impossibilità fisica di svolgere le funzioni assommate nelle sue mani. Così il presidente del parlamento potrà indire le elezioni, in vece di Tudjman, per il rinnovo del parlamento e per il nuovo capo dello stato. In caso contrario, già dal 22 novembre la Croazia precipiterà in una pericolosa situazione di incostituzionalità.
Con un Tudjman totalmente impossibilitato a parlare e a firmare un qualsiasi documento, stanno per scadere quasi tutti i termini entro i quali devono essere firmate le leggi per l'indizione delle elezioni parlamentari, sull'esercizio finanziario provvisorio dello Stato per il primo trimestre 2000 e anche il termine entro cui i nuovi giudici della Corte costituzionale devono prestare giuramento nelle mani del capo dello stato. Se il governo non si muove, se continuerà a rimanere ostaggio delle liti fra le tre principali frazioni che dilaniano il partito-regime, l'unico di queste settimane a spadroneggiare sulla scena, "la crisi potrebbe evolvere nel peggiore dei modi, e la Croazia precipiterebbe in un isolamento ancor più profondo", scrivono i massimi esponenti dell'Hho e del Psdp.
Nel documento si afferma pure che "i comunicati dei medici che hanno in cura il presidente non sono convincenti", e si ignora come le attuali "cure intensive" influiscano sul male principale che lo affligge, il cancro. Le due operazioni chirurgiche subite in questi ultimi giorni sono conseguenza della chemioterapia. Che succederà ora, dopo l'infiammazione al peritoneo? Forse Tudjman guarirà, ma quanti giorni ancora bisognerà aspettare? Nel frattempo la Croazia sarà rimasta senza un capo di Stato, senza un parlamento, senza la Corte costituzionale e le forze armate senza un comando supremo. Qualcuno potrebbe essere tentato di sostituirsi al "supremo" usando l'esercito, i servizi segreti o lo stesso partito-regime.