Tudjman detronizzato, temporaneamente

SCOTTI GIACOMO

CROAZIA L'HDZ: ELEZIONI POLITICHE IL 3 GENNAIO 2000

Tudjman detronizzato, temporaneamente

La Corte costituzionale: è "incapace", i poteri al capo del parlamento

- GIACOMO SCOTTI - ZAGABRIA

S u richiesta avanzata dal partito governativo Hdz e subito fatta propria dal governo, la Corte Costituzionale della Croazia ha dichiarato la "incapacità temporanea" di Franjo Tudjman di esercitare le funzioni di capo dello Stato. La malattia del "Supremo", ricoverato da ventisette giorni in ospedale e da almeno dieci in coma profondo, aveva paralizzato il funzionamento dei meccanismi politici del paese.

Per uscire dall'impasse è stata necessaria una legge costituzionale - confezionata su misura del partito-regime ed approvata qualche giorno addietro dalla Camera dei rappresentanti con un solo voto di maggioranza (72 del partito tudjmaniano, 12 dei deputati neoustascia, ed uno del deputato serbo, quello che ha fatto passare la legge) - in base alla quale i poteri del capo dello Stato vengono assunti dal presidente del Parlamento, l'accademico Vlatko Pavletic, al quale la delibera è stata immediatamente comunicata.

In un comunicato diffuso nel pomeriggio dalla tv di stato, il presidente della Corte, Jadranko Crnic, ha precisato che, "sostituendo provvisoriamente il Presidente della Repubblica, Vlatko Pavletic non diventa capo dello Stato né suo vice, bensì si limita a svolgere il compito costituzionale da lui accettato quando prestò giuramento quale presidente del Parlamento". Che vuol dire questa postilla? Essa diventa ancora più misteriosa con l'aggiunta, sempre nel comunicato della Corte, che dice: "Da questo momento il presidente del Parlamento ha i pieni poteri di Capo dello Stato senza limitazioni".

L'uomo che sostituisce il "Supremo" "provvisoriamente" è uno scrittore, uno dei maggiori critici letterari croati, accadizetiano dalla prima ora che, però, essendo assai cagionevole di salute e fragile anche caratterialmente, viene facilmente palleggiato dalle opposte frazioni che dilaniano il partito governativo e dai gerarchi che si stanno scannando dietro la facciata del palazzo per la successione al trono del "Supremo". La direzione dell'Hdz ieri sera ha anche "proposto" al nuovo "presidente" Vlatko Pavletic, la data del 3 gennaio 2000 per le elezioni politiche per il rinnovo del parlamento. I prossimi appuntamenti più importanti in Croazia sono infatti due: le elezioni parlamentari (e gran parte dei candidati devono essere ancora scelti dopo che la data già scelta del 22 dicembre è decaduta, non essendo Tudjman riuscito a firmare il decreto di convocazione dei collegi elettorali) e le elezioni presidenziali.

L'interinato di Pavletic - secondo la legge in vigore dal 25 novembre - si può protrarre per 60 giorni, ma il termine può essere rinnovato innumerevoli volte fino a quando Tudjman non avrà esalato l'ultimo respiro. Perché il partito-regime, per motivi demagogici e politici interni, falsificando la realtà, vuole che Tudjman, se proprio deve morire, "muoia da presidente", almeno formalmente - come ha detto un gerarca nell'ultima sessione straordinaria della Camera, la cui legislatura scade alla mezzanotte di oggi e sia così evitata "l'umiliazione" di essere dichiarato "durevolmente incapace". Il padre-padrone deve restare tale fino alla fine!

Il quadro politico croato, nonostante tutto, resta molto confuso. Il prossimo 6 dicembre scadono gli otto anni di mandato di 8 degli 11 giudici della Corte costituzionale, compresa quella del presidente Crnic. Gli otto nuovi giudici, eletti dal Parlamento a metà novembre (stranamente, sono tutti uomini politici, laici, nessuno è giudice di carriera) non hanno potuto prestare giuramento nelle mani di Tudjman, né la Costituzione permette che giurino nelle mani del supplente.

Si pone quindi la domanda se la nuova Corte sia costituzionalmente legittima. Ma poiché la Croazia è uno Stato in cui il diritto fa acqua da tutte le parti, il partito-regime potrà dichiarare beato o santo anche l'asino, se lo vuole. E farà tutto quello che vuole fino a quando non sarà sconfitto alle elezioni che dovranno comunque tenersi non più tardi del 15 gennaio 2000. Gli osservatori politici qui a Zagabria si chiedono a questo punto: se l'Hdz perderà le elezioni - come tutto fa prevedere - il presidente ad intermin affiderà il mandato per un nuovo governo a un esponente dell'opposizione, oppure designerà quale nuovo premier un uomo del partito tudjmaniano? Nessuna legge regola tale questione in Croazia, e le norme generali della democrazia finora sono state calpestate. L'Europa se ne starà a guardare?

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