Cortocircuito a Zagabria

SCOTTI GIACOMO

CROAZIA TUDJMAN GRAVISSIMO, IMPASSE ISTITUZIONALE

Cortocircuito a Zagabria

Il "Supremo", morente, non ha firmato i decreti per le elezioni

- GIACOMO SCOTTI - ZAGABRIA

I medici hanno sottoposto a un secondo intervento chirurgico (non si dice di quale natura) il presidente croato Franjo Tudjman. Ma dopo quindici giorni di ospedale pare che nulla, ormai, possa strapparlo al coma definito "terminale". Da due giorni, intanto, in varie chiese della Croazia si accendono ceri e si svolgono riti religiosi - presenti molti preti e suore, ma pochi fedeli - per implorare il Signore d salvare "il padre della nostra patria terrena". La Tv di Stato trasmette questi riti all'inizio di ciascun telegiornale, tacendo però sulla situazione politica. La quale si sta complicando - e i giornali, anche quelli di regime, non ne fanno più mistero, anche perché Tudjman non ha un successore.

Vista la Costituzione, la Croazia potrebbe trovarsi di fronte a tre tornate elettorali in un momento in cui la barca è rimasta senza timonieri e non ci sono "stelle" di orientamento per il regime: le elezioni parlamentari (fissate per il 22 dicembre, potrebbero slittare al prossimo gennaio 2000) e le elezioni presidenziali a doppio turno. Dopo Tudjman - eletto due volte col 57 e 60 per cento dei voti - nessun candidato del partito governativo o dell'opposizione può contare sulla maggioranza assoluta al primo turno.

La necessità di indire e organizzare le elezioni, d'altra parte, mette il partito al potere e l'opposizione in una posizione pressoché insostenibile: il tempo a disposizione è troppo ristretto per rispettare le norme costituzionali e le leggi.

Per questi motivi molti uomini politici, qui, sperano che Tudjman resti vivo, ma almeno per una settimana ancora incapace di muoversi e di governare - attaccato alla bombola dell'ossigeno - affinché entro il 20 novembre la Corte costituzionale possa decidere che a sostituirlo sia il presidente del Parlamento Vlatko Pavletic. Il quale potrà finalmente firmare i decreti relativi alle elezioni parlamentari. Sì, perché - e questo è il punto - Tudjman non è riuscito a firmarli finora e probabilmente non potrà più farlo. Continuando il" supremo" a restare inchiodato sul letto d'ospedale (o se dovesse morire) sarà inevitabile indire anche le elezioni per il nuovo capo dello Stato, e questi dovrà essere eletto "entro sessanta giorni" dal momento in cui la Corte costituzionale deciderà che l'attuale presidente "è incapace di svolgere" oppure "ha cessato di svolgere" le sue funzioni.

Tutto sommato, la Croazia si trova in una situazione che è eufemismo definire critica. Anche considerando il suo nuovo impatto internazionale: in questi giorni la Nato si è "accorta" che Tudjman ha tramato per ridividere la Bosnia e prendere l'Erzegovina, dove però i croato-bosniaci voteranno per le elezioni in Croazia in dispregio di Dayton, ma con il beneplacito degli alleati americani. Intanto all'ospedale dove Tudjman è ricoverato, continua ad arrivare il postino con lettere e telegrammi che vengono però consegnati alla moglie e/o ai figli dell'illustre paziente, ma è un postino diverso. Il primo è stato sollevato dall'incarico, "reo" di essere apparso in una fotografia pubblicata dai giornali. Il suo collega ora sta alla larga dai giornalisti dopo aver spiegato loro che non vuole perdere il pane.

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