Tudjman operato d'urgenza, tremano le basi del regime

SCOTTI GIACOMO

CROAZIA L'HDZ VERSO UNA SCONFITTA ALLE LEGISLATIVE DEL 22 DICEMBRE

Tudjman operato d'urgenza, tremano le basi del regime

Il Supremo "sta bene". Ma il tumore cresce e il paese pensa al futuro

- GIACOMO SCOTTI - ZAGABRIA

D ispiace dirlo, ma in Croazia c'è molta gente che ieri, ascoltando il bollettino medico sulle condizioni di salute del Supremo, Franjo Tudjman, ha manifestato la speranza che - per il bene del paese e del suo popolo - quell'uomo lasci al più presto la vita politica e il timone dello stato. I medici dell'ospedale "Dubrava" di Zagabria, dove Tudjman è stato ricoverato e operato d'urgenza, parlano nel loro comunicato di "perforazione del diverticolo dell'intestino crasso" e dell'asportazione chirurgica di quell'appendice, dopo di che Tudjman "si è sentito bene". La gente però non si fida e i giornali neanche.

I colleghi giornalisti che hanno avuto la possibilità di avvicinare il Supremo qualche giorno fa al suo ritorno da Roma sono stati testimoni di un suo plateale scatto di rabbia: a un redattore dello Jutarnji list che gli chiedeva la ragione per cui a Roma avesse disertato due cerimonie previste dal programma, ha risposto battendo i pugni sul tavolo: "Ecco i nemici della Croazia! Cercano soltanto lo scandalo!".

Sul Novi List di Fiume si legge, in proposito, che - stando alle voci circolanti tra i medici - "il processo degenerativo del tumore maligno che affligge il presidente ha fatto grossi passi in avanti". "L'evidente dimagrimento, il rapido rarefarsi dei capelli ed altri segni di indebolimento impongono la domanda se la chemioterapia alla quale Tudjman è stato sottoposto finora, abbia dato qualche risultato e se il paziente sia in grado di tollerarla".

La malattia di Tudjman, da tempo ormai, è un grosso problema politico per la Croazia, dove vige un sistema presidenziale che dà al Supremo poteri pressoché assoluti, sicché le decisioni e lo stesso indirizzo politico del paese dipendono dalla volontà, da simpatie e antipatie personali e politiche, dallo stato d'animo e di salute anche momentaneo dell'uomo che è "capo" di tutto.

Lo è tanto più oggi che la Croazia è in piena campagna elettorale e il regime teme fortemente una sconfitta da più parti annunciata alle politiche del 22 dicembre prossimo. Nei giorni scorsi, alla domanda di un giornalista se intendeva rispettare il responso delle urne e affidare all'opposizione il compito di formare il governo in caso di una sua vittoria, Tudjman non ha voluto rispondere, limitandosi a manifestare una delle sue soventi incazzature.

La parabola discendente nella salute di Tudjman, oggi 77enne, cominciò nel novembre '96 quando fu ricoverato in un ospedale militare americano - un fatto tenuto segreto in patria, ma svelato dalla Cnn. I medici statunitensi si rifiutarono allora di operare, dando al paziente solo tre mesi di vita. Si sbagliavano: Tudjman, grazie al suo capo di Gabinetto ed ex premier Hrvoje Sarinic, vissuto in Francia, fu curato dai medici parigini che suggerirono un nuovo metodo di cura, applicato poi da uno specialista croato, il dr. Andrija Hebrang, ministro della Sanità prima e dell'Interno dopo.

Tudjman stette bene e "ringraziò" i suoi benefattori: cacciò fuori dal governo sia Sarinic che Hebrang per aver questi denunciato oscure trame dei servizi segreti manovrati dal Supremo.

Tudjman si sentì bene fino alla primavera del 1998, quando le metastasi si ampliarono e la sua vita tornò in pericolo. Nuove cure, nuovi metodi, ma scarsi risultati. Nel febbraio di quest'anno un rapido peggioramento durante la visita in Turchia. Seguirono due lunghi mesi di "riposo" a Brioni, in Istria, trasformata in isola proibita ai turisti. In quel periodo - lo si apprende appena ora - il Supremo fu sottoposto a un trattamento intensivo che però non ha arrestato il decorso del male.

La visita in Vaticano non ha portato fortuna all'uomo che, ancora una volta, ha cercato di strumentalizzare la chiesa cattolica, in quanto è coincisa con l'apice del processo degenerativo del tumore maligno.

Ci si chiede, a questo punto, se Tudjman ha i giorni contati. Per il suo partito-regime sarebbe l'inizio di una rapida fine.

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