Caccia al serbo

SCOTTI GIACOMO

CROAZIA CRONACA DI REGIME

Caccia al serbo

Cresce la pulizia etnica in Krajina

- GIACOMO SCOTTI - ZAGABRIA

R acconteremo alcuni episodi verificatisi a Knin e dintorni, nell'ex Krajina, dove è in corso una campagna terroristica condotta da bande nazionalistiche con alla testa l'Hsp, il neofascista Partito croato del diritto, con la complicità delle autorità centrali e locali e delle forze di polizia. Vittime dei progrom sono gli appartenenti alla minoranza serba nella regione che già conobbe le atrocità e le devastazioni dell'Operazione Tempesta nell'agosto 1995, a causa delle quali la Croazia è stata chiamata sul banco degli accusati davanti al Tribunale dell'Aja per i crimini di guerra. La denuncia è contenuta in due lettere al premier croato del Comitato croato di Helsinki per la tutela dei diritti umani. "La campagna di violenze si è intensificata", si legge nel documento dell'Hho. E il Tribunale Supremo della Croazia, con una sentenza del 25 agosto, "ha dato la sua benedizione all'anarchia, vietando ai tribunali locali di accettare i ricorsi dei cittadini ai quali viene negato l'ingresso nelle case di loro proprietà", con lo scopo di salvaguardare i risultati della pulizia etnica. Si tratta di cittadini serbi che tentano dopo anni di esilio di tornare alla spicciolata alle proprie case.

Alle nove di sera del 17 agosto, una banda di 18 neofascisti croati ha terrorizzato i pochi abitanti di un villaggio nei pressi di Knin, tentando di scardinare le porte d'ingresso alle case, penetrando nei cortili, urlando e minacciando. Tre sono entrati nella casa della famiglia B. trovandovi due donne anziane che hanno minacciato di sgozzare se non avessero abbandonato il paese. Quella notte tutti gli abitanti sono fuggiti dalle case, nascondendosi fra le macerie di abitazioni in precedenza distrutte con la dinamite dai "patriottici" squadristi. Una pattuglia della polizia presente al momento dei fatti, non ha mosso un dito.

Il giorno precedente, alla fermata dell'autobus nel centro di Knin, la signora F.U. è stata aggredita da un gruppo di persone che si sono appropriate della sua casa dove vivono da quando F.U. fu costretta a fuggire. Tornata a casa, l'hanno minacciata di sgozzarla e di incendiarle la casa se non se ne fosse "andata al suo diavolo serbo. Prendi il bus e non tornare più, qui la legge siamo noi".

Il 20 agosto, nei dintorni di Knin, il 66enne D.K. è stato bastonato a sangue da uno squadrista che, raggiuntolo a bordo di un'auto, lo ha coperto di insulti e ha cominciato a picchiarlo, finché la vittima è caduta a terra immobile. Nessuna di queste aggressioni è stata denunciata alla polizia perché le vittime, dicono all'Hho, hanno ancor più paura dei poliziotti. Tornato a casa e trovatala occupata, G.T. di Knin si è rivolto al tribunale distrettuale di Gracac, il cui presidente gli ha detto minaccioso: "Hai fatto male, la tua denuncia resterà seppellita fra le mie carte in eterno". Il leader locale del Partito croato del diritto lo ha minacciato: "Faremo saltare in aria la tua casa piuttosto che restituirtela. Quanto alla tua persona, ci penseranno le nostre squadre di vendicatori".

L'anziana K.K. vive nella casa di sua proprietà insieme al marito e alla sorella malata. Nella notte del 21 agosto un neofascista penetra nel cortile e minacciando di appiccare il fuoco alla casa, costringe la padrona a fuggire. Entra poi in casa, la mette a soqquadro, maltratta il marito della donna, si impadronisce dei documenti personali, picchia anche la donna malata. Per tutta la notte. Al mattino, quando K.K. riesce ad avvertire la polizia, viene accolta con insulti dai tutori dell'ordine.

Un particolare aspetto della campagna di terrorismo è l'appropriazione, da parte dei croati, dei terreni agricoli di proprietà dei serbi e/o la distruzione delle loro coltivazioni. Le solite bande si presentano nei campi e nei frutteti, si appropriano dell'intero raccolto, poi distruggono gli alberi al momento di andarsene con i carri pieni delle messi rubate. Se i contadini tentano di opporsi, vengono bastonati e minacciati di morte. Il contadino T.I. aveva seminato un piccolo appezzamento di terreno, quello che gli è stato "magnanimamente" lasciato dai vicini croati che si sono impossessati di gran parte del suo podere. Al momento della falciatura del grano una squadra di fascisti ha occupato anche quel pezzo di terra, distruggendo l'intero raccolto. (A causa di episodi come questi migliaia di ettari di terreno nell'ex Krajina da anni restano incolti).

L'anziana H.Z. di Knin è tornata nella sua casa totalmente devastata. Con il materiale edile ricevuto da un'organizzazione umanitaria straniera ha parzialmente ricostruito l'abitazione e vi si è sistemata, ma i vicini di casa - croati giunti dalla Bosnia in attuazione di un piano di colonizzazione architettato da Tudjman per popolare la Krajina dopo la cacciata dei serbi - non l'hanno lasciata un solo giorno in pace. Hanno inoltre occupato una parte della casa ricostruita, il pianoterra, facendone una stalla per le loro mucche e i maiali. Il mese scorso gli stessi vicini, sventolando la bandiera croata, le hanno rubato le patate e una tonnellata di mele nel frutteto della indesiderata serba.

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