Un paese disseminato

PESCALI PIERGIORGIO

MINE/CAMBOGIA DA IERI IN VIGORE IL TRATTATO DI OTTAWA CHE METTE AL BANDO GLI ORDIGNI ANTI-UOMO

Un paese disseminato

Reportage dall'ospedale "Ilaria Alpi" di Battambang, inaugurato da Emergency nel luglio '98. Gino Strada: "In tre anni affideremo la gestione ai cambogiani"

- PIERGIORGIO PESCALI - BATTAMBANG (CAMBOGIA)

I eri è entrato in vigore il Trattato internazionale che mette al bando le mine anti-uomo, celebrato a Ginevra da Kofi Annan che ha suonato la campana della pace. Comincerà dunque la distruzione delle mine anti-uomo nei 65 paesi che lo hanno ratificato, con l'avvio dell'Osservatorio Mine che vigilerà sulla distruzione. Ma ci vorranno decine di anni per eliminare le decine di milioni di mine sparse in oltre 60 paesi. Inoltre grandi utilizzatori e produttori di mine-antiuomo si sono rifiutati di aderire al trattato: fra questi Stati Uniti, Russia e Cina.

Ma vista da quaggiù, dall'inferno dei campi minati cambogiani, la giornata appare assai più problematica.

Campi recintati da nastri rossi si susseguono per chilometri e chilometri tra un villaggio e l'altro. Ogni tanto un cartello, anch'esso rosso, con un teschio bianco avverte che il terreno è cosparso di mine e che avventurarvisi potrebbe significare una menomazione fisica permanente, se non la perdita della vita. Dal villaggio di S'bav, a 40 km da Battambang, sino a Pailin, altri 40 km più a sud-ovest, verso il confine con la Thailandia, la scena si ripete senza sosta, rendendo la zona una delle aree a più alta concentrazione di mine esistente al mondo. Qui, forze governative e Khmer Rossi si sono combattute l'una contro l'altra sino allo storico abbraccio tra Hun Sen e Ieng Sary nell'agosto 1996, che ha posto ufficialmente fine alla guerra. Sì, alla guerra, ma non alle sue vittime, dato che lo sminamento dei campi, affidato al Cmag (Cambodian Mines Advisory Group), è ancora alle fasi iniziali e procedendo al ritmo attuale occorreranno decenni prima che sia completato.

Sino al 25 luglio scorso i cambogiani che saltavano su una mina dovevano sottoporsi alle cure (o per meglio dire, alle torture) degli ospedali di Battambang, la capitale della regione, le cui equipes mediche sono spesso formate da infermiere non diplomate senza la minima cognizione di tecnica chirurgica. Sino al 25 luglio, dicevo, perché proprio alla vigilia delle elezioni generali, è stato inaugurato il primo ospedale di Emergency in Cambogia. Qui, accanto a 125 impiegati locali, vi lavorano 10 medici stranieri, per lo più italiani, guidati dal chirurgo belga Gustavs Questiaux, uno tra i più esperti chirurghi di guerra esistenti al mondo. Tutti questi volontari hanno sacrificato parte del loro tempo, denaro e carriera per una causa ben precisa: "Ritrovare l'etica che dovrebbe essere la base della scienza medica", spiega il più entusiasta del gruppo, Donaldo Ciresi, responsabile della farmacia.

Ed in linea con questa filosofia di ricerca etica del proprio lavoro, ben si addice la dedica ad Ilaria Alpi con cui Gino Strada, fondatore e coordinatore di Emergency, ha voluto nominare l'ospedale. Del resto il principale obiettivo che si sono dati i volontari dell'organizzazione italiana, è quello di far capire al personale locale che ogni paziente, qualunque sia la sua razza, ceto, idea, ricchezza, deve essere trattato con uguale rispetto e dignità. Troppo spesso, infatti, negli ospedali cambogiani la cura che viene offerta ai malati è direttamente proporzionale al loro peso sociale e finanziario; un sintomo della perdita di valori e di ideologia che già da tempo ha contagiato la società e che sta dilagando in tutti i settori pubblici e privati. Gino Strada spera che nel giro di tre anni, l'ospedale sarà pronto per essere consegnato alla completa gestione cambogiana. Un traguardo ambizioso, specie se si tiene conto che rispetto ad altri paesi, le mine disseminate in Cambogia sono caricate con un contenuto di tritolo più elevato, rendendo più complicata l'intera operazione chirurgica che dovrà essere effettuata da medici sempre più preparati.

"Spesso la quantità di esplosivo supera i 30 grammi, il limite oltre il quale il danno inferto alla gamba è tale che si rende necessaria l'amputazione sino all'anca", afferma Roberto Bottura. Come è accaduto ad un giovane bonzo che da anni percorreva lo stesso sentiero per raggiungere un villaggio; le piogge monsoniche hanno allentato il terreno, una mina è scivolata nel fango, sconfinando dal terreno recintato dal Cmag per invadere il percorso del monaco. Gli sono state amputate entrambe le gambe.

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