Kohl alle calcagna di Schröder

BARBERIS ALESSANDRA

GERMANIA ELEZIONI

Kohl alle calcagna di Schröder

Nei sondaggi il vantaggio della Spd si è ridotto a due punti. Battaglia per i voti orientali

- AL. B. -

H elmut Kohl ormai morde i polpacci a Gerhard Schröder nella corsa elettorale tedesca. Secondo un sondaggio di ieri le Unioni cristiane, cioè la Cdu del Cancelliere in accoppiata con la Csu dei bavaresi, distano soltanto due punti percentuali dalla Spd. Un'indagine presentata dal "Politbarometer" della rete televisiva "Zdf" ha segnalato che se si votasse domenica prossima il 37,5% dei consensi andrebbe ai conservatori cattolici e il 39,5% ai socialdemocratici. I liberali della Fdp sarebbero in grado di superare la soglia di sbarramento per il Bundestag, piazzandosi al 5,5%, così come sarebbero salvi i verdi con il 6%. Resterebbe invece fuori la Pds, il partito "postcomunista" dei Länder orientali, piazzato al 4,5%. A peggiorare i pronostici per la sinistra c'è poi la notevole rimonta personale di Kohl, che nell'indagine di ieri è indicato come cancelliere preferito dal 39% degli intervistati, mentre Schröder è scelto dal 50% del campione. Una settimana fa le posizioni erano 37 a 57. Infine si sta riducendo il numero degli indecisi, che ormai superano di poco il 20%.

Kohl ieri ha fatto una mossa elettorale poco elegante ma di sicura efficacia: ha pubblicato sull'ultima pagina del quotidiano popolare "Bild" (10 milioni di lettori) una lettera aperta nella quale invita a votare per la Cdu per evitare il pericolo di una coalizione rosso-verde con l'appoggio dei comunisti della Pds. Lo spauracchio del comunismo è stato largamente usato anche nella campagna elettorale bavarese e ha dato i suoi frutti contribuendo al successo dalla Csu nel voto del 13 settembre scorso.

La Pds è di fatto un partito regionale che raccoglie la gran parte del suo consenso all'est. Ed è proprio nei Länder orientali che si sta concentrando la battaglia all'ultimo voto.

Si decide a est

Il fatto è che i voti dei cittadini orientali, benché meno numerosi (a est gli aventi diritto al voto sono circa 12 milioni, un quinto del totale di tutta la Germania), sono decisivi per gli equilibri dopo il 27 settembre.

Nel 1994 nella ex Germania orientale le elezioni furono vinte dalla Cdu, con il 38,5% dei voti, mentre la Spd ebbe il 31%. In quattro anni le cose sono cambiate, e oggi nei sondaggi i socialdemocratici sono in testa con il 39% dei consensi contro il 29% che va al partito democristiano di Kohl. Lo spostamento dell'asse politico si è accompagnato a un'evoluzione sociale dominata dalla disoccupazione (oggi al 17%), dalle frustrazioni per la perdita di sicurezze materiali, di identità e di valori avvenuta con la riunificazione. Questo magma ha prodotto il successo dell'estrema destra e la diffusione di sentimenti xenofobi, ma anche un forte radicamento della Pds che raccoglie istanze sociali e che contemporaneamente rappresenta per i tedeschi dell'est l'unico paladino degli interessi regionali.

Se la Pds riuscirà a restare in parlamento, probabilmente la Spd e i Verdi non ce la faranno ad avere i numeri sufficienti per una coalizione rosso-verde (a meno di accettare i voti della Pds, idea che però i leader socialdemocratici guardano con sentimenti che vanno dall'orrore alla diffidenza, malgrado i "postcomunisti" appoggino già alcune coalizioni regionali nell'est). Un forte successo della Pds potrebbe significare una relativa sconfitta per la "sinistra di governo" (e questo tra l'altro porterebbe con ogni probabilità alla grande coalizione, cioè all'alleanza tra Cdu e Spd). Schröder sa quanto rischia a est e non a caso nel tour attraverso i nuovi Länder ha insistito molto sulla propria origine proletaria e sui temi "sociali".

Dall'altra anche la "destra di governo" rischia nei Länder orientali: qui infatti le sottraggono voti le formazioni di destra estremiste, come i Republikaner, la Dvu (che nelle elezioni della scorsa primavera in Sachsen-Anhalt ottenne il 13%), la Npd. E anche la Cdu gioca le sue carte migliori a est. Edmund Stoiber, il ministro presidente bavarese, subito dopo la rielezione dello scorso fine settimana ha puntato la sua agenda verso i nuovi Bundesländer, fino a sospendere alcuni impegni in Baviera, per aiutare lo schieramento conservatore nella propaganda.

Secondo una recente indagine nelle scuole di Berlino, l'11% dei ragazzi dei quartieri orientali è di destra. I demoscopi fanno notare che solo la divisione fra le tre formazioni impedirà agli estremisti di entrare in parlamento. Un'organizzazione che avesse i soldi della Dvu, la base militante della Ndp (delle tre il partito più "nazista") e i leader dei Republikaner sarebbe secondo molti osservatori un cocktail vincente con l'ingresso assicurato nel Bundestag.

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