Danza e teatro in riva al lago di Garda

NOVELLO NICOLETTA

FESTIVAL DRODESERA

Danza e teatro in riva al lago di Garda

- NICOLETTA NOVELLO - DRO (Trento)

C orpi alle prese con improbabili equilibri, danzatori impegnati in un viaggio estremo tra scivoli e cubi di legno: la "danza concreta" del gruppo "Betontane" di Lubiana - la prima performance in una cantina nel '90 senza sapere chi fosse Pina Bausch, il debutto a Trieste e nel '92 vince il premio Bagnolet - con la prima nazionale del loro spettacolo "On three Sides of Heaven", è stato solo uno degli appuntamenti con la danza europea che hanno siglato la 18/ma edizione del festival Drodesera, conclusosi sabato scorso a Dro, sulle sponde del lago di Garda.

Ha puntato dritto al cuore dell'Europa di oggi in piena ricerca di identità, il festival gardesano che ha scelto di parlare dei fermenti culturali nell'ex Jugoslavia o delle difficoltà della nuova Germania unita (tema dello spettacolo "Zweiland" del gruppo berlinese "Sasha Waltz & Guests"). Di scena anche la Catalogna con l'energia di Pep Ramis e Maria Munoz, fondatore del gruppo di danza "Mal Pelo", nel loro lavoro "If". Piccolo budget, in confronto alle profumate sovvenzioni delle manifestazioni che nascono sotto l'egida della ricca Provincia autonoma, ma intensa volontà e passione: è così che l'alto artigianato e la consolidata esperienza del Festival -animato dai fondatori Barbara Boninsegna e Dino Sommadossi insieme ad una trentina di affiatati collaboratori - sono riusciti ad arrivare ai 18 anni con lo spirito giusto. Per riuscire ad esempio, a far fronte anche all'imprevisto nubifragio che ha impedito, la sera dell'inaugurazione, di veder danzare in verticale sulle pareti del castello medioevale di Arco armati di funi e moschettoni, decine di danzatori spagnoli e italiani. Qualche fax per permessi vari e tanta solidale manovalanza, il pomeriggio del giorno dopo le danze di Andres Corchero, Rosa Munoz e dei "Senza Tempo" decollavano tra la gente nella piazza di Arco. Un intervento che è parte di quel progetto "Città che danzano", voluto dal Festival e giunto alla sua quinta edizione, che ha visto in scena la compagnia di Madrid, "Provisional Danza" e la bellissima trapezista spagnola Pilar Cervera, in arte "Fura", disegnare suggestivi avvitamenti calandosi dal ponte romano di Ceniga -alle porte di Dro - lungo un infinito drappo rosso con tutto il pubblico sul greto del fiume Sarca catturato dal suo fascino.

Ma Drodesera è un festival particolare anche per la sua accoglienza. Quella che fa tornare artisti e compagnie come Pippo Delbono che dopo i "Barboni" dell'anno scorso, ha avuto tre serate di tutto esaurito con il nuovo "Studi di guerra", coproduzione del festival. Che è anche capace di lasciare vecchie conoscenze, gruppi che erano ospiti fissi come il Laboratorio Settimo o attori come Marco Paolini per proporre novità come l'applaudita compagnia bolognese "L'Impasto" che in dialetto romagnolo ha fatto satira intelligente. Sempre occupati anche i 50 lettini, con precedenza ai bambini, disponibili per ascoltare l'interpretazione di Silvia Pasello della fiaba di Perrault "Buchettino", firmato dalla compagnia Raffaello Sanzio. Altro spettacolo per piccoli, "La casa 151", è stato presentato dall'attore ungherese Giulio Molnar con Francesca Bettini e Lelia Serra. Un festival eterogeneo che ha pensato anche ai tanti appassionati di Vinicio Capossela, arrivati per suoi readings al pianoforte e, dalla mezzanotte in poi, c'è sempre stata la compagnia di artisti, dal cantante "sopranista" Manuel Mensa alle performance del Teddy Bear Company, per gustare il festival anche come incontro e festa con il respiro, finalmente, della brezza notturna.

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