CAMBOGIA
- PI. PES. - PHNOM PENH
L e elezioni che si terranno oggi in Cambogia occupano, naturalmente, le prime pagine di tutti i giornali locali, ponendo in secondo piano, o addirittura trascurando totalmente i drammatici e tutt'altro che risolti problemi del paese, come la gravissima crisi alimentare venutasi a creare nelle province orientali di Svay Rieng e Prey Veng, considerate tra le più fertili del Paese.
Secondo il direttore dell'ufficio locale del Wfp (World Food Programm), Ken Davies, sentito ieri per telefono, la situazione, già estremamente grave, "potrà divenire assai più pesante nelle prossime settimane se la comunità internazionale non provvederà ad inviare aiuti per sfamare duecentomila persone".
Sempre secondo Davies, la siccità minaccerebbe altre tre province: Kratie, Kompong Cham e Kompong Speu. In quest'ultima zona, dove mi sono recato la scorsa settimana, la popolazione è particolarmente preoccupata perché le piogge, già più rare che nelle altre province, sono in ritardo e il terreno sabbioso non riesce a trattenere la poca acqua. I contadini già considerano oramai l'unico raccolto di riso perduto e gli abitanti debbono sperare nell'aiuto del governo. "Ma con le elezioni in arrivo, Phnom Penh non ha certo il tempo di ricordarsi di noi", mi ha riferito un'insegnante della scuola locale gestita da una Ong italiana.
Nelle altre province, il Wfp sta distribuendo riso a ben 650.000 persone e Davies ha riferito al "Phnom Penh Post", un giornale della capitale, che "prevediamo di assistere duecentomila persone per almeno sei mesi, fino al prossimo raccolto previsto per la fine di dicembre".
Nel frattempo, sempre nel silenzio generale dei media, si sta assistendo all'esodo silenzioso, ma appunto per questo più drammatico, di migliaia di persone dalle province orientali verso la capitale. Qui sperano, invano, di trovare una maggiore assistenza da parte del governo. Inutilmente, perché l'unica possibilità che viene concessa ai nuovi immigrati, quella di accamparsi lungo i marciapiedi di Phnom Penh dormendo sotto la calura asfissiante rilasciata dall'asfalto durante la nottata.
I politici cambogiani, in cerca di voti e di consensi in tutto il paese, non si lasciano sfuggire la ghiotta occasione ed accusano il Viet Nam di aver causato la crisi. E questa volta, in parte, hanno ragione perché paradossalmente quest'anno la Cambogia ha prodotto un surplus di riso di centomila tonnellate rispetto al 1997, ma il Viet Nam, per poter far fronte agli impegni commerciali stipulati con i Paesi suoi clienti, ha comprato illegalmente dalla Cambogia, tramite commercianti, ben cinquecentomila tonnellate di cereale, causando la penuria attuale.
In pochi mesi il prezzo del riso al mercato di Phnom Penh è aumentato del 50% e ben poche famiglia cambogiane riescono a far fronte ad un tale incremento. Il Ministero dell'Agricoltura ha fatto sapere che per ristabilire la situazione, il Paese dovrebbe importare nei prossimi due mesi, 40.000 tonnellate di riso. Ma con le elezioni in arrivo e il nuovo governo da istituire, sarà ben difficile che questo possa avvenire. Il popolo cambogiano puo aspettare. L'importante è che si rechi in massa alle urne. Come impone la "democrazia".