CAMBOGIA
- PI. PES. - SIHANOUKVILLE
I n questa sonnolenta e benestante cittadina cambogiana che dedica il suo nome al re Sihanouk, le elezioni sembrano qualcosa di lontano, che appartiene ad un altro mondo, a Phnom Penh, a Battambang, a Siem Reap. Nel ristorante dove sto bevendo la birra nazionale, la Angkor Beer, che qui viene prodotta e distribuita in tutto il paese, siedono pigri turisti francesi che aspettano che i raggi di sole fendano le nubi monsoniche per stendersi sulla sabbio di una delle spiagge della città; impazienti backpackers inglesi che attendono di imbarcarsi in uno dei tre battelli che ogni giorno, in sole tre ore di navigazione, raggiungono la Thailandia; sfaccendati osservatori europei che si preparano per il 26 luglio.
"Questa è forse la città più indifferente e calma di tutta la Cambogia riguardo le elezioni", mi dice Patrick, un volontario francese che lavora per Medecins Sans Frontieres. "Di certo un paradosso: Sihanoukville il più grande porto della Cambogia, ha un consolato cinese, dopo Phnom Penh è forse la città più cosmopolita della nazione, eppure non si sono visti i grandi raduni che hanno caratterizzato la campagna elettorale in altre province cambogiane", rincara un altro osservatore internazionale inglese.
Una spiegazione, anche se parziale, riesce a darla Mealy Chenda, la proprietaria dell'omonima guest-house in cui alloggio: "Sihanoukville è una delle città più ricche della Cambogia e grazie al suo porto ed alla nascente industria turistica (il Club Mediterranée costruirà un suo villaggio tra breve, ndr) si sente più proiettata verso l'esterno rispetto alle altre città cambogiane, Phnom Penh compresa". Questo è forse l'unico villaggio della nazione in cui alla sera, mentre i pescherecci escono in alto mare, la musica che si ode girovagando per le strade non è khmer, ma inglese, statunitense, francese, persino irlandese. Tutto questo "cosmopolismo", questa continua osmosi con il mondo esterno, ha contribuito ad introdurre prima che altrove, il concetto di democrazia politica.
"Qui a Sihanoukville non abbiamo avuto i problemi di violazioni dei diritti umani che si sono avuti in altre province cambogiane. Neppure lo scorso luglio si sono registrati combattimenti in città", mi dicono al locale Ufficio per i Diritti Umani. Forse è per questo che in città non giungono molti giornalisti. Anzi, a dir la verità io sono l'unico presente. Povera noiosa, sonnolenta, placida, democratica Sihanoukville!