Le imprese chiedono tempo per la bonifica

BARBERIS ALESSANDRA

ITALIA MARGHERA

Le imprese chiedono tempo per la bonifica

- AL. B. -

A Marghera prosegue il difficile percorso per tentare di rendere più compatibile con l'ambiente l'attività produttiva dell'area, coinvolgendo imprese, enti locali, organizzazioni sindacali. Ieri a Venezia si è tenuto un incontro tra i rappresentanti della regione Veneto, della provincia, di Cgil, Cisl e Uil, delle associazioni degli imprenditori e del ministero dell'ambiente. Il tavolo veneziano doveva servire a fare il punto della situazione in seguito all'accordo dello scorso 2 giugno, che prevede la presentazione dei progetti dettagliati di investimento e di bonifica per l'area chimica di Marghera, in vista di un appuntamento a Roma che era stato fissato per il 14 luglio alla presenza di tutti i ministri interessati (Ronchi-ambiente, Costa-lavori pubblici, Bersani-industria). All'incontro veneziano le imprese chimiche coinvolte nell'intesa - tredici in tutto - hanno chiesto di avere più tempo a disposizione, per poter adeguare i progetti alla legge Seveso 2. Le controparti hanno accettato la dilazione, e il tavolo veneziano è stato rimandato al 20 luglio.

La tabella di marcia è un aspetto delicato del processo cominciato a Marghera. I progetti di nuovi investimenti e di bonifica dovrebbero comunque essere presentati entro la fine del mese di luglio; entro la fine di quest'anno dovrebbero arrivare le necessarie autorizzazioni per la messa in cantiere dei lavori nel 1999.

La speranza di cambiare qualcosa a Marghera è appesa all'accordo del 2 giugno scorso, il primo che mette intorno a un tavolo tutti i soggetti coinvolti nell'uso industriale e civile del territorio perilagunare. Ora però la risposta delle aziende è fondamentale per capire se esse intendono davvero a farsi carico dell'impatto ambientale delle proprie attività produttive. "Sono abbastanza ottimista - dice Alessandro Sabiucciu, segretario generale della camera del lavoro di Venezia - perché le imprese sembrano mostrare una maggiore disponibilità a mettere in campo progetti dettagliati compatibili con le misure di sicurezza e di tutela per l'ambiente".

L'accordo dell'inizio di giugno prevede il coinvolgimento diretto delle 13 aziende chimiche dell'area di Marghera, ma il comune è incaricato di monitorare tutte le attività industriali sul suo territorio, sia per quanto riguarda il passato (verifica dello stato dei canali), sia per quanto riguarda la qualità ambientali delle produzioni attuali.

La vicenda dello scarico dell'Enichem sequestrato dalla magistratura è avvenuta dopo che l'accordo veneziano era già stato sottoscritto. Lo scarico è stato dissequestrato perché, a parere del magistrato, l'Enichem aveva provveduto ad alcuni investimenti per migliorare l'impatto ambientale dello scarico, impegnandosi a ulteriori rapidi miglioramenti.

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