ITALIA
- AL. B. - ROMA
A
In realtà i dipendenti pubblici una sfida in chiave europea
l'hanno lanciata in prima persona: hanno inserito la riduzione
d'orario a 35 ore nelle piattaforme contrattuali (quella della
sanità e quella degli enti locali sono già pronte, quella dello
stato è ancora in consultazione tra i lavoratori). Nel settore
pubblico si parte da una situazione decisamente migliore rispetto
a quella delle aziende private: gli straordinari - quelli che
fanno gonfiare l'orario medio settimanale di un metalmeccanico
del Nord intorno alle 48-50 ore - sono limitati e l'orario
contrattuale è di 36 ore. Comunque il governo, che ha promosso il
disegno di legge per la riduzione d'orario a 35 ore, ha ora la
possibilità di dare il buon esempio, nei panni di datore di
lavoro. Tuttavia, come ha spiegato il segretario generale della
Funzione pubblica Cgil Paolo Nerozzi sulla disponibilità
governativa non vi è ancora certezza: "Non sappiamo se la
direttiva sul rinnovo del contratto di lavoro (che deve essere
varata nei prossimi giorni, ndr) contenga un capitolo su questa
materia o meno". Secondo Nerozzi i nodi verranno presto al
pettine, perché i contratti dovrebbero essere rinnovati nei
prossimi mesi, e per quanto riguarda statali, enti locali e
sanità, possibilmente prima dell'estate. Il segretario della
funzione pubblica ha promesso un atteggiamento molto duro se il
governo dovesse prendere tempo.
Ma non solo sull'orario il pubblico impiego aspetta risposte.
Diversi impegni assunti dal governo non hanno ancora un contorno
preciso. Nerozzi ha ricordato che "non si sa nulla sulla
trasformazione della liquidazione nel trattamento di fine
rapporto, necessario per la previdenza integrativa". Franca
Perone, segretaria del Trentino, ha elencato altre "ambiguità":
non è chiaro quali contenuti rientreranno nella contrattazione
integrativa di secondo livello - in autunno 3,5 milioni di
dipendenti pubblici andranno a votare per le rappresentanze
sindacali unitarie proprio per dare il via alla contrattazione
sui luoghi di lavoro - mentre sui diritti dei lavoratori agisce
al ribasso la tendenza l'esternalizzazione di molti servizi,
affidati al privato o al privato sociale. Paola Agnello,
segretaria nazionale della Funzione pubblica Cgil, insiste sulle
risorse per il rinnovo dei contratti: "Per adesso non ci sono da
nessuna parte i soldi necessari per l'aumento del 3,3% che deve
essere garantito. Non accettiamo che si consideri il
trascinamento del contratto precedente come parte integrante del
nuovo contratto.
I dipendenti pubblici sanno che in Europa ci si confronta con
amministrazioni più efficienti e più vicine al cittadino. Arturo
Sessa, di Salerno, ha raccontato in particolare la lentezza della
macchina pubblica di fronte al fango della Campania, malgrado
l'impegno personale dimostrato proprio dai dipendenti pubblici,
vigili del fuoco e sanitari. L'amministrazione pubblica è ora
alla prova di una riforma, quella sul decentramento e sulla
semplificazione varata dal ministro Franco Bassanini. I
sindacalisti giudicano positivamente l'impostazione dei
provvedimenti Bassanini. Ma chiedono che il rinnovo dei contratti
segua la linea della riforma: "Il lavoro dei dipendenti pubblici
deve essere valorizzato dal rinnovo del contratto, anche perché i
lavoratori hanno dato il loro consenso alla riforma e
contribuiranno alla sua realizzazione", dice ancora Nerozzi.
Sergio Cofferati, segretario generale della Cgil, mette l'accento
su un altro aspetto connesso alla riforma: "Le relazioni
sindacali devono essere rafforzate - dice Cofferati - sia per il
rinnovo contrattuale sia nel confronto preventivo su grandi
questione, ma la distinzione dei ruoli deve essere mantenuta".