------IMPROVVISATORI
"A BAO A QU", ONDE RADIO
PER MUSICISTI RADICALI
Chi si fosse sintonizzato il 10 maggio su Radiotre tra le 23 e
l'una di notte avrebbe potuto pensare di aver sbagliato decennio.
Per Audiobox, derive magnetiche a più voci (curato da Pinotto
Fava e Pino Saulo) si sono esibiti dieci gruppi di improvvisatori
radicali italiani, reduci da un meeting iniziato il 9
all'Accademia Filarmonica Romana e proseguito negli studi di via
Asiago. Questo collettivo informale comprende ormai una
sessantina tra musicisti e critici (tra gli altri Francesco
Martinelli e Alessandro Achilli, intervenuti con contributi
teorici), ha scelto il borgesiano nome di "A Bao A Qu" e ha tra i
suoi ispiratori il poeta Vittorino Curci. Ben tre generazioni di
improvvisatori convergono nel collettivo che - a livello
teorico-pratico - lega le esperienze degli anni Sessanta e
Settanta (Nuova Consonanza, Musica Elettronica Viva, Gruppo
Romano Free Jazz...) all'oggi, a nuove conflittualità e
radicalità che passano per i centri sociali e per quei circuiti
paralleli (i concerti organizzati dal Cervello a Sonagli o la
rivista Musiche) che pongono al centro dell'interesse
l'improvvisazione; in Italia - al contrario di situazioni europee
come la tedesca Fmp o l'olandese BimHuis - nulla di stabile si è
mai formato e A Bao A Qu si propone come punto di coagulo e
riferimento.
Tra i presenti vanno ricordati almeno Mario Schiano, Roy Paci,
Toto Pilato, Mauro Orselli, Elio e Maurizio Martusciello, Eugenio
Colombo, Tony Rusconi, Beppe Grifeo, Luigi Mosso, Pasquale
Innarella, Mike Cooper, Gianni Lenoci, Fabrizio Spera, Giovani di
Cosimo e Luca Venitucci; tra le formazioni esibitesi (ognuna
aveva 7 minuti a disposizione) hanno brillato il duo Toto
Pilato/Massimo Frezza e il quartetto
Paci/Caliri/Casadei/Branciamore. Questa schiera di musicisti
(compresa l'associazione bolognese Bassesfere) appare agguerrita
e propositiva, come testimoniano produzione discografica e
vitalità progettuale. Gli anni Settanta continuano... (l.o.)