DAL NEW AL NEXT, NUOVI SCENARI NEO-SPIRITUALI

GATTI MARIA TERESA

CULTI

DAL NEW AL NEXT, NUOVI SCENARI NEO-SPIRITUALI

Una conversazione con J. Gordon Melton, studioso dei nuovi movimenti religiosi, in occasione del convegno torinese sulla crisi del "modello" New Age

- MARIA TERESA GATTI -

G ordon Melton è direttore dell'Institute for the study of American religion presso l'Università di California Santa Barbara ed eminente studioso dei nuovi movimenti religiosi. Ha scritto libri sui Bambini di Dio, su Scientology e su molti altri tempi di storia e sociologia religiosa. Di recente è stato pubblicato The Vampire Book: the Encyclopedia of the Undead, vera summa intorno ai vampiri e al loro mito. A Marburgo a fine marzo Melton ha partecipato alla prima conferenza critica tenuta in Germania fra gli studiosi dei nuovi movimenti. Questi giorni è stato a Milano, per la mostra-convegno sul mito dei vampiri, di cui è uno dei massimi cultori, e poi a Torino, dov'è stato uno dei protagonisti del convegno sulla Crisi del New Age e la nascita di un nuovo fenomeno: il Next Age, e dove lo abbiamo incontrato.

I nuovi movimenti religiosi, di qua e di là dall'Atlantico, hanno una incredibile varietà di forme. Lei pensa che abbiano anche un denominatore comune?

Se c'è, è un tratto soprattutto negativo: sono movimenti che stanno fuori del mainstream, delle tendenze centrali del nostro tempo. In positivo, non c'è in realtà niente che li unifichi. Alcuni sono varietà nuove di vecchie religioni, altri sono creazioni nuove, le differenze sono notevoli. Non ci sono tratti veramente comuni, a parte il nome; e ciò può essere anche fonte di confusione.

Esiste un rapporto fra i nuovi movimenti e l'orientalismo? Siamo di fronte ad una conquista culturale dell'Oriente sull'Occidente?

Direi che siamo in presenza piuttosto di un incontro fra Oriente e Occidente. L'Occidente continua a essere dominato dal Cristianesimo. Le religioni orientali sono state importate in seguito alla colonizzazione, in certo senso sono un effetto non previsto del colonialismo. Dal punto di vista numerico, costituiscono una frazione ancora molto piccola dei comportamenti religiosi in Occidente, al massimo l'1 per cento della popolazione ne è coinvolta. Tuttavia, penso che in futuro la loro incidenza sia destinata a crescere.

Giovanni Paolo II annuncia una lettera enciclica sui nuovi movimenti e in particolare sul New Age. Lei pensa che la chiesa cattolica abbia qualcosa da temere da questi movimenti?

Personalmente, sono un cristiano che giudica con interesse gli atteggiamenti della chiesa cattolica. Penso che il papa debba parlare a tutti i cattolici, tenendo conto del fatto che in certi paesi, come l'Italia, i cattolici sono la stragrande maggioranza, ma non è così altrove. L'atteggiamento della chiesa cattolica mi sembra esprima una visione positiva, e salutare, verso le diverse forme di spiritualità; non ci sono condanne irrazionali di principio. Del resto, la spiritualità richiama tutti i diversi modi umani di pregare e meditare: è possibile averne una comprensione condivisa, a livello di pratica. Bisogna anche distinguere fra pratica e credenza (belief). Se la gente avverte la ricchezza della propria tradizione, se ne diventa più consapevole, questa è la base necessaria per avviare un dialogo fruttuoso, senza capitolare. Il papa guarda all'interno della tradizione, richiama ad essa.

Cosa pensa della relazione fra i nuovi movimenti religiosi e il sistema dei media? Gli attori e divi che mostrano simpatia per le nuove forme ci credono davvero?

La California del Sud, dove vivo, è un luogo privilegiato per la varietà dei culti. Si può davvero scegliere il proprio porto. L'attrazione di persone del cinema o della musica appare genuina: alcuni hanno avuto problemi con la droga, difficoltà con la carriera, ed hanno trovato nella loro fede risposte sincere. Molti sono secolaristi, certamente. D'altra parte, si tratta di persone che vivono separate dal resto della società, sono diverse dalla gente comune; anche loro sono fuori del mainstream. La cosa più curiosa è che trovano difficile frequentare le chiese senza attirare l'attenzione più su di loro che sul culto. Quindi esistono cerimonie religiose "riservate" a queste celebrità. In ogni caso, la loro presenza sui media, il fatto di portare insegne e simboli, di parlare, ad esempio, di buddismo o Scientology, esercita un impatto sulla opinione pubblica.

Si dice sovente che l'attrazione verso i nuovi movimenti spiritualisti proviene, in definitiva, da bisogni insoddisfatti di identità e sicurezza, che aumentano in periodi di incertezza. Secondo lei, queste spiegazioni psicologiche e correnti sono adeguate?

No penso che l'attrazione dei nuovi movimenti dipenda dal fatto che hanno un valore reale per coloro che li seguono. Qui giocano anche le esperienze personali, soprattutto nell'adolescenza. Conta il rapporto che si è avuto con le chiese tradizionali. Alla base di una conversione verso nuovi culti, si può trovare più la delusione per precedenti esperienze religiose che non il vuoto del secolarismo. In questo senso ho analizzato la Scuola di illuminazione Ramtha e la biografia della sua fondatrice. E' un tipico caso di movimento post-New Age, per così dire.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it