"Una sovranità troppo limitata"

GALLO DOMENICO

"Una sovranità troppo limitata"

ERASMO D'ANGELIS -

S ARANNO individuati e puniti i colpevoli, autorità militari e civili statunitensi e i top gun del jet partito da Aviano che hanno dato vita al tragico gioco di guerra a bassa quota provocando venti vittime? Riuscirà l'Italia ad avere giustizia o siamo all'inizio di una nuova lunga amarissima Ustica? Giriamo le domande ad un giurista impegnato sui temi della pace, Domenico Gallo, magistrato ed ex senatore progressista. Che ammette subito, abbastanza sconsolato, la nostra sconfitta in partenza. "In via ordinaria i militari appartenenti ai reparti Nato che commettono reati in Italia sono soggetti alla giurisdizione e alla legge penale italiana. Però, per gli incidenti collegati all'esercizio dell'aviazione, è prevista una esenzione da un trattato del 1955 che stabilisce la competenza dell'autorità giudiziaria del paese di nazionalità dell'aero".

Quindi l'accertamento sarebbe di esclusiva competenza dell'autorità giudiziaria statunitense?

Sì. In sostanza l'autorità giudiziaria italiana può procedere per reati commessi da soldati stranieri ma è nell'impossibilità di eseguire sequestri o perquisizioni dentro le basi militari straniere. E' una limitazione sancita dagli accordi sui quartieri generali Nato che prevedono l'esenzione, una sorta di immunità tipo quella delle sedi di ambasciate; quindi la nostra autorità giudiziaria incontrerebbe serie difficoltà ad avviare un'indagine.

E' stata sostanzialmente sancita una condanna a rimanere paese a sovranità limitata?

Purtroppo sì. Ma probabilmente questa normativa che praticamente sottrae l'accertamento di reati con tutte le conseguenze per quanto riguarda i diritti dei terzi, cioè dei parenti delle vittime, si espone ad un sospetto di incostituzionalità.

Per quali motivi o articoli della nostra costituzione?

Mi sembra innanzitutto in contrasto con l'articolo 24: "Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei diritti e degli interessi legittimi". In questo caso ci sarebbe un fatto di grande gravità per il quale è impossibile che gli interessati agiscano in giudizio e ci sia l'accertamento dell'autorità italiana.

I parenti delle vittime potrebbero rivolgersi solo a un giudice americano?

Certamente non possono rivolgersi a un giudice italiano né possono ottenere che i responsabili possano essere condannati in Italia. Questa disposizione limitativa mi sembra davvero incostituzionale. E non si può, in questo caso, invocare l'articolo 11 della costituzione che consente limitazioni di sovranità comportando quindi anche delle deroghe ad una istituzione giudiziaria e politica dell'ordinamento. L'articolo 11, infatti, non può essere richiamato per gli accordi stipulati in sede Nato perché non prevedono cessioni di sovranità che, d'altro canto, nel nostro ordinamento sarebbero inammissibili: la Nato altro non è che un'alleanza militare, è semplicemente un accordo di cooperazione tra alcuni paesi per la difesa dell'interesse comune, non è un organismo sovranazionale o internazionale al quale è consentito di sacrificare parte della sovranità nazionale. Ma soprattutto non è un ordinamento che assicura la pace e la giustizia tra le nazioni, poiché l'articolo 11 prevede limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri pace e giustizia tra le nazioni.

Però gravissime limitazioni di sovranità, come nel caso dell'ultima strage della funivia, avvengono di fatto...

Questo è l'altro aspetto tragico della vicenda. Ma non per questo sono ammissibili.

Dunque, le autorità giudiziarie e amministrative italiane hanno le mani legate?

E' così. Però sarebbe lecito porsi il dubbio che questa normativa sia incostituzionale e quindi forse l'autorità giudiziaria italiana potrebbe sollevare d'ufficio la questione davanti alla corte costituzionale. Ormai ci sono forti limitazioni della nostra sovranità molto pericolose. Lo abbiamo visto a Ustica, ma anche nella storia dei missili sparati dalla Libia su Lampedusa come risposta all'atto di guerra degli Stati Uniti che fecero partire dalle loro basi nel nostro paese attacchi contro la Libia.

C'è quindi un aspetto politico che dovrebbe rendere, in epoca ulivista, sempre più anacronistico questa plateale e drammatica limitazione della nostra sovranità nazionale?

Proprio questo è il punto. L'aspetto politico rende sempre più assurdo questa enorme limitazione alla nostra sovranità, visto che non c'è ormai nemmeno la giustificazione della divisione del mondo in blocchi o della guerra fredda. Possiamo tollerare ancora la circostanza che dalle basi statunitensi o Nato del nostro territorio partono continue minacce verso la Libia o l'Iraq?

L'altra, abbastanza terrificante, faccia della medaglia è quella degli armamenti nucleari sul territorio italiano...

Qui sfioriamo il ridicolo. Il controllo sull'armamento nucleare delle basi statunitensi o Nato si può fare solo dall'esterno. Le autorità militari italiane potrebbero cioè solo circondare i depositi per impedire che vangano usate, ma dal punto di vista delle strutture di comando non esiste nessun potere decisionale né di veto. Ma l'Italia, del resto, non potrebbe avere voce in capitolo perché oltretutto lo vieta il trattato di non proliferazione nucleare che noi abbiamo firmato vent'anni fa e rinnovato nell'ultima versione nel '95 a New York.

Eppure ci sono stati rischi di incidenti nucleari di cui l'opinione pubblica sa poco o nulla...

Mi viene in mente un incendio al largo delle coste della Calabria, una decina di anni fa, quando andò a fuoco una nave Usa con armi nucleari. C'è poi la Maddalena, una base concessa agli Usa con un trattato segreto e frequentata da sommergibili con armi nucleari e a propulsione: un gravissimo rischio anche di inquinamento marino da propulsione nucleare.

C'è poi la base dei misteri di Camp Darby, nella pineta di Tombolo a Livorno, dove sono stati addirittura fatti corsi di addestramento militari per neofascisti italiani. Perché l'inchiesta si è bloccata?

Anche in questo caso l'autorità giudiziaria italiana ha avuto difficoltà a portare avanti le indagini perché gli ufficiali statunitensi si sono rifiutati di farsi interrogare dai giudici Casson e Mastelloni. Non si capisce bene perché dobbiamo continuare a sopportare queste limitazioni di sovranità. Oltretutto queste basi sono tutte regolate da accordi bilaterali segreti mentre in un paese come la Turchia, certamente di minor statura internazionale rispetto all'Italia, questi accordi sono pubblicati addirittura sulla Gazzetta ufficiale. In Italia invece restano top secret, e anche questo è scandaloso. La verità è che bisogna rinegoziare con gli Usa: è insostenibile assogettarsi a pesanti e vincolanti obblighi internazionali sulla base di trattati segreti.

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