H
A RECITATO
Ma il bambino Gabriele non segue il copione e la macchina degli
espianti non può mettersi in modo. Gabriele vive. Vive? Forse la
scienza si è sbagliata, non sarebbe la prima volta, né questo è
inaccettabile se è segno di un limite, non di incompetenza o
disonestà. Forse la scienza non sa, dubita, aspetta... Ma si può
dubitare sotto i riflettori che si sono cercati, tacere davanti
ai microfoni di cui si ha bisogno? Né è facile spegnere i
riflettori, specie se con poca fatica e qualche manipolazione si
trovano storie che tengono su la storia portante (avete notato
come in questi giorni sesso e politica rimbalzino da ogni
latitudine mentre sono scomparsi pedofili e profughi?). Così ogni
giorno la scienza ha trovato qualcosa da dichiarare, da
precisare, da spiegare sul bambino Gabriele e il suo incerto
vivere, anche quando in realtà non stava dicendo nulla se non che
stava aspettando di vedere cosa sarebbe accaduto. Ma nessun
medico ha avuto l'onestà di dire questo, e forse nessuno voleva
sentirselo dire.
L
A SCIENZA
E' qui, in questo pazzesco corto circuito fra scienza e
comunicazione, che il bambino Gabriele, che era un cittadiano
italiano e un problema sanitario (e resta un mistero, almeno per
chi come me non può comprendere la scelta di farlo nascere) è
diventato un mostro, ed i suoi genitori sono stati "trattati come
animali", come oggi loro stesso hanno detto, immaginiamo e
speriamo pentiti di non aver nascosto il proprio dolore tra mura
amiche.