LE MADRINE DI GABRIELE

GIANNICHEDDA MARIA GRAZIA

LE MADRINE DI GABRIELE

MARIA GRAZIA GIANNICHEDDA

H A RECITATO una delle sue parti peggiori, la modernità, durante queste settimane di vita del bambino Gabriele, nato per una scelta legittima e difficile quanto quella opposta, vissuto in un clima di falsificazione e violenza grazie alle due ingombranti madrine accanto alla sua culla, la scienza onnipotente e la comunicazione onnipresente, arrivate in realtà per celebrarsi a vicenda, l'una mentre moltiplicava in altre vite una vita impossibile, l'altra mentre spiegava e svelava tutto a tutti, persino ai frastornati genitori le loro vere intenzioni.

Ma il bambino Gabriele non segue il copione e la macchina degli espianti non può mettersi in modo. Gabriele vive. Vive? Forse la scienza si è sbagliata, non sarebbe la prima volta, né questo è inaccettabile se è segno di un limite, non di incompetenza o disonestà. Forse la scienza non sa, dubita, aspetta... Ma si può dubitare sotto i riflettori che si sono cercati, tacere davanti ai microfoni di cui si ha bisogno? Né è facile spegnere i riflettori, specie se con poca fatica e qualche manipolazione si trovano storie che tengono su la storia portante (avete notato come in questi giorni sesso e politica rimbalzino da ogni latitudine mentre sono scomparsi pedofili e profughi?). Così ogni giorno la scienza ha trovato qualcosa da dichiarare, da precisare, da spiegare sul bambino Gabriele e il suo incerto vivere, anche quando in realtà non stava dicendo nulla se non che stava aspettando di vedere cosa sarebbe accaduto. Ma nessun medico ha avuto l'onestà di dire questo, e forse nessuno voleva sentirselo dire.

L A SCIENZA onnisciente è mantenuta sull'altare non solo dai mercanti ma anche da tutti noi, quando rinunciamo per stanchezza, pigrizia o paura a usare quel senso critico che pure in teoria dovremmo possedere grazie alla massa di informazioni che riceviamo, ma che poi non ci impediscono affatto di aderire, devoti e beoti, all'ultimo che dice di aver trovato la soluzione. Ci ritroviamo così, paradossalmente, fideistici verso la scienza, e incapaci a reggere qualsiasi domanda, dubbio, incertezza o silenzio su quelli che sono i fatti della vita, i problemi di esistenza su cui gli umani si interrogano da quando la storia è nata, problemi che oggi invece devono subito trovare risposte, spiegazioni, soluzioni tramite esperti, storie vere e sondaggi.

E' qui, in questo pazzesco corto circuito fra scienza e comunicazione, che il bambino Gabriele, che era un cittadiano italiano e un problema sanitario (e resta un mistero, almeno per chi come me non può comprendere la scelta di farlo nascere) è diventato un mostro, ed i suoi genitori sono stati "trattati come animali", come oggi loro stesso hanno detto, immaginiamo e speriamo pentiti di non aver nascosto il proprio dolore tra mura amiche.

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