Ai batteri piacciono le case linde e pulite

VERNA NICOLETTA

MEDICINA

Ai batteri piacciono le case linde e pulite

G iungono dall'America pessime nuove per i maniaci delle pulizie: pare infatti che un uso esagerato o troppo frequente di detersivi provochi il rischio reale e preoccupante di far diventare quasi invulnerabili, o per lo meno molto più forti, quegli stessi batteri che con l'azione detergente si cerca di debellare. La notizia proviene dalla Scuola Medica della Tufts University di Boston, dove una studentessa, e due ricercatori che hanno deciso di aiutarla, hanno avviato uno studio con cui hanno scoperto che i detersivi favoriscono la crescita di colonie batteriche resistenti agli antibiotici. Questo risultato è stato giudicato interessante dalla rivista Antimicrobial Agents and Chemotherapy che ha pubblicato il lavoro. Ciò di cui ci si è resi conto è che i detergenti uccidevano solo parte dei batteri (i più deboli ed esposti all'azione disinfettante), mentre quelli che sopravvivevano mutavano divenendo resistenti anche agli antibiotici. Il meccanismo che si mette in atto e giustifica questo esito è abbastanza scontato oltreché descritto nella letteratura medica: i batteri infatti si proteggono dagli agenti tossici mutando il loro Dna fino a che, per caso, non azzeccano una combinazione che gli permette di resistere. A questo punto il processo diventa irreversibile, in quanto la modificazione genetica dei batteri consente loro di divenire sempre più forti. Ma non è tutto. Stimolati da questo risultato, i due ricercatori hanno continuato lo studio, scoprendo che, inaspettatamente, il detersivo aumentava la produzione di una proteina utilizzata per l'espulsione delle sostanze tossiche: i batteri sopravvissuti diventavano così pressochè invulnerabili a qualsiasi veleno e antibiotico, a meno che non fosse usato in dosi massicce. (n. ve.)

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