L'Istat: si abortisce sempre meno ma si abortisce male

D'ELIA CECILIA

ITALIA

L'Istat: si abortisce sempre meno ma si abortisce male

Un rapporto sul periodo dall'approvazione della legge 194 a oggi, le cause del dimezzamento del ricorso all'aborto. Ma siamo il primo paese dell'Europa occidentale per raschiamenti

- da Roma CECILIA D'ELIA

L' ISTAT ha presentato uno studio dedicato all'interruzione volontaria di gravidanza, analizzata negli anni che vanno dall'approvazione della legge 194 ad oggi. L'andamento delle interruzioni volontarie di gravidanza - ci avverte Liliana Egidi, direttore centrale per le statistiche della popolazione e del territorio - è un fenomeno di difficile interpretazione, per via dell'emersione dalla clandestinità, che ha segnato gli anni immediatamente successivi all'approvazione della legge e che, anche pu molto ridotta, tuttora persiste (si parla oggi di 40-45000). L'Istat offre in questa ricerca una chiave di lettura basata sul rapporto tra caratteristiche sociali e demografiche delle donne, territorio di appartenenza ed entità delle Ivg. Ne viene fuori un interessante volume ( Le interruzioni volontarie di gravidanza in Italia , collana Argomenti, 1997) alla cui pubblicazione hanno collaborato anche ricercatori dell'istituto Superiore di sanità. Emerge "un'imponente riduzione quantitativa del fenomeno", che passa dai 209.000 aborti del 1980 ai 134.000 del 1995, per scendere ulteriormente, ma è un dato ancora provvisorio, ai 129.000 del 1996. Giovanna Boccuzzo, curatrice della ricerca insieme a Vittoria Buratta e Luisa Forva, ha sottolineato come il dimezzamento del ricorso all'aborto sia la risultante di più fattori: il cambiamento normativo, quello culturale e quello demografico. Oggi sempre di più la maternità è scelta, nello stesso tempo si è spostata in avanti l'età media del matrimonio (da 24 a 27 anni dal 1980 ad oggi), comportando uno "spostamento in avanti del periodi di stabile esposizione alla probabilità di concepimento". Cambia il tipo di donna che ricorre all'interruzione volontaria di gravidanza. Mentre negli anni 80 la gran parte delle donne che abortivano erano coniugate con figli, gli anni 90 hanno proporzionalmente visto aumentare il numero delle nubili. La contraccezione è uno dei fattori primari di riduzione dell'abortività. Però, se in Italia si abortisce sempre di meno, si continua ad abortire male. L'Italia è, dopo l'Ungheria e la Cecoslovacchia, il paese europeo in cui più alto è il numero di raschiamenti. Come segnalano Grandolfo e Spinelli, il personale medico continua a usare tecniche "non ideali" da un punto di vista sanitario ed economico.

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