Antichi utensili

MANGIAROTTI PIERGIORGIO

Antichi utensili

Il "pandur", già noto agli Assiri intorno al 2500 a.C., oggi è diffuso dalla Russia all'Adriatico, dall'Egitto alla Cina. La notazione non era un problema, ma esisteva comunque una teoria musicale

I L LIUTO : al'ud, lud, laud, laute, luth, liuto ecc. Queste alcune delle trasformazioni linguistiche che da 'ud hanno portato a liuto. Il più diretto predecessore dell'ud, il tanbur, anch'esso ben attestato nel mondo islamico, uno strumento che somiglia sorprendentemente ai liuti antichi. Come cordofono appartenente alla famiglia dei liuti, è caraterizzato da un manico molto lungo e dalla cassa piccola a forma ovale o circolare, in legno.

Tra gli Assiri era noto il "pandur" da cui deriva tanbur (e tanbura, tanburica). Oggi è diffuso dalla Russia settentrionale all'Adriatico, dall'Egitto meridionale alla Cina. Le prime attestazioni risalgono al 2350-2200 a. C., epoca dell'impero accadico.

Prima del II millennio, periodo in cui risulta maggiormente documentato, non risultano esservi chiare attestazioni. E' documentato per secoli in quasi tutta la Mesopotamia (come "saesh"), in Elam, in Egitto e in Anatolia, tra gli Ittiti, col nome di gishtibula, dove la rassomiglianza tra il tanbur e i liuti antichi è eccezionale. Tipiche caratteristiche del liuto ittita sono una tastiera molto lunga ed una piccola cassa di risonanza (così anche in Egitto).

LE LIRE Erano costituite da un telaio formato da due bracci e una traversa che li unisce. Da parte a parte verticalmente venivano tese le corde. Venivano suonate senza plettro, con una tecnica simile a quella dell'arpa.

Le più antiche, circa 2600 a. C., sono presenti tra i Sumeri ad Ur e misurano 0,90 m o 1,20 m di altezza. Più o meno contemporaneamente sono attestate anche in Elam a Susa, con le stesse decorazioni taurine, in Siria, presso Karkemish (molto grandi, simili all'attuale bagana etiopica oppure piccole e portatili a 4 corde), ed in Palestina a Megiddo (con attestazioni ancora più antiche databili alla seconda metà del IV millennio). Il numero delle corde varia nel tempo da 4 a 5, 8. Nel II millennio le lire-toro sumeriche, ancora presenti tra le popolazioni semitiche, passano ad 11 corde e vengono decorate con l'aggiunta di un secondo toro.

Dalla Siria del Nord giungono in Mesopotamia, restandovi per sempre, piccole lire portatili a 4 corde sempre suonate in posizione verticale con plettro.

Alcune lire erano suonate stando seduti, altre, di più grandi dimensioni, venivano invece suonate in piedi anche da due musicisti (così tra gli Ittiti). In Anatolia tra gli Ittiti troviamo delle cetre/lire intarsiate d'argento, il numero delle corde variava da modello a modello, potevano essere simmetriche ed asimmetriche. Statuette di liristi seduti con la stessa postura antica sono note anche nelle Cicladi in epoche posteriori.

LE ARPE Sembrano non essere originarie dell'area Mesopotamica dove vi giungono per mediazione iranica. Sono presenti anche nell'Elam a Susa (Iran meridionale). Le più antiche hanno 3 o 4 corde. Dovevano essere ad accordatura fissa. La cassa di risonanza era in legno (sumerico gish). Nel II millennio acquistano una forma angolare. Se ne conoscono di vari tipi orizzontali e verticali. Erano suonate con un plettro. In Anatolia è raramente documentata. Nei testi non è mai menzionata.

Tra gli Assiri alcune arpe orizzontali a 8, 10 corde sono suonate colpendo le corde con delle asticelle in legno, alcune arpe verticali hanno addirittura 24 corde. Arpe verticali si conservano anche nell'arte fenicia e cipriota con 7 o 9 corde, esemplare un'arpa verticale di un incensiere di bronzo da Kurion.

STRUMENTI A CORDA Alcuni segni cuneiformi, detti determinativi, preposti al termine indicante uno strumento, ci indicano il materiale con cui era costruito. Troviamo gish che in sumerico significa "legno". In epoca neo-sumerica ne troviamo menzionati molti tipi, non tutti sono descrivibili.

Zami (più tardi tra gli Assiri, sammu in semitico) è uno strumento a 9 corde utilizzato esclusivamnte in processioni, dunque doveva essere portatile. Era anche fatto in oro o pelle. Doveva trattarsi di un tipo di lira o arpa.

Saesh Strumento a tre corde, di certo un tipo di liuto.

Algar Noto solo ad Ur nel paese di Sumer, nelle processioni sacre esclusive della dea sumerica Inanna e del dio Ningirsu, affiancato dalle percussioni balag, lilis, ub e dal miritum a corde. Probabilmente di origine elamita. Doveva essere un'arpa orizzontale.

Sabitum Dal termine semitico accadico, originario della Babilonia orientale, di legno e pelle, con 9 corde, era una piccola lira portatile.

Miritum Poteva essere anche in pelle, cuoio, bronzo ed oro (usati probabilmente come intarsi)

STRUMENTI A PERCUSSIONE Erano fatti in cuoio o pelle (kush), in metallo (urudu), in bronzo (zabar). La terminologia è ricchissima ma fondamentalmente, in Mesopotamia, dovevano esservi quattro tipi base di percussioni: tamburi poco profondi o a cornice in tutte le misure, tamburo cilindrico tenuto in posizione orizzontale, grande tamburo con appoggi, piccolo tamburo monopelle appeso con una cinghia, verticalmente, percosso con le due mani (dalla classificazione di Curt Sachs, Storia degli strumenti musicali).

Balag. E' noto per tutto il III millennio ed è, forse, lo strumento più importante. Presente ad Ebla intorno al 2600-2500 a. C. In un'iscrizione neo-sumerica (2120-2000 a. C.) si legge: "Anno in cui (Gudea re di Lagash - Bassa Mesopotamia) ha costruito il balag". In origine il termine indicava un'arpa a 3 o 4 corde, non è chiaro se in alcune zone debba essere considerato uno strumento a percussione o a corde. Ad Ebla sembra essere un'arpa portatile. Tra gli Ittiti designa senza ombra di dubbio un "tamburello" essendo sempre connesso a verbi tecnici impiegati per strumenti a percussione.

Ala Un grande tamburo o gong piatto, oppure largo con due superfici suonabili, chiamato ala in sumerico (alu in semitico accadico) di 1,40 m di diametro, è ben documentato in epoca neo-sumerica. I percussionisti erano due. Qualora fosse a doppia superficie, doveva essere in pelle applicata ad una cornice circolare in legno. L'ala era anche in legno (gish). Questo strumento era spesso accompagnato dal sim o simda forse in rame. Dal II millennio è in coppia con il lilis, sempre in bronzo (zabar) con cui è intercambiabile. Entrambi dovevano quindi essere divenuti dei "grandi timpani". All'epoca di Gudea di Lagash (età neo-sumerica) un testo ricorda che "(il re Gudea) lo faceva rombare come una tempesta" in coppia con il flauto o il corno. Documentato in Mesopotamia ed in Siria del Nord presso Karkemish.

Lilis Un altro tamburo, per alcuni il lilis, appoggiato a terra, legato al suonatore, raggiungeva l'altezza di un metro. Conosciuto dall'inizio del II millennio, è documentato anche nel III sec. a. C. tra i Seleucidi. La forma era a calice con base piatta. Superiormente era ricoperto da una pelle ed era fatto interamente in metallo. Era uno strumento importante come dimostrano le offerte tributategli.

Su gu galli Ovvero "la grande pelle di toro" è presente ell'iconografia sumerica del III millennio. Era un enorme tamburo poggiato a terra e suonato in coppia. Poteva anche raggiungere il viso dei suonatori doveva quindi essere intorno ad 1,60 m di altezza.

Ub (Semitico accadico uppu), forse di origine occidentale, era invece un altro tamburo fatto in pelle, cuoio o bronzo. Esistevano anche tamburi d'accompagnamento, semplici, di varie dimensioni, tenuti con la mano sinistra e suonati con la destra (assai simili a quelli attuali), suonati in genere con un lirista.

STRUMENTI A FIATO "En-lulim, il pastore dei capretti di lulim, per il Signore Ningirsu, era tenuto per il suo culto a coltivare diligentemente il flauto onde colmare di gioia la corte di Eninnu" (sigillo sumerico del XXII a. C. del re sacerdote Gudea della città di Lagash. Bassa Mesopotamia). Nella musica d'arte araba si usa solo il flauto dritto semplice, alcuni modelli sono di uso pastorale. Le prime tracce si hanno già nel 3000 a. C. in Egitto ed in Mesopotamia, dove troviamo il "tigi", il "flauto dritto" appunto, anch'esso destinato ai pastori. Il loro attributo per eccellenza, in ogni epoca e luogo, fu il "flauto di Pan" (noto in Grecia col nome di syrinx) di epoca classica. Sigilli accadici e raffigurazioni da Ur, mostrano pastori intenti a suonare un lungo flauto, forse il "tigi" sumerico (il flauto dritto; "gi" in sumerico significa "canna"), "tigu" in accadico (i confronti con il mondo classico e l'intera area mediterannea sono innumerevoli, Apollo ad esempio era il dio della lyra e del canto e il protettore delle greggi).

Arghul Questo strumento arabo a doppia canna ed ancia semlice da cui derivano le launeddas (se non sono da connettere ad un altro strumento il "mait", la zampogna doppia dell'antico Egitto), ha i suoi antecedenti sia nell'antico Egitto che in Mesopotamia e nell'area anatolica.

Tromba dritta Presente in alcuni bassorilievi assiri di Ninive, ha come erede il persiano "shaipur" (ossia "tromba dritta") connesso con l'ebraico shofar e l'arabo safure.

Gidi E' un flauto di canna dei pastori, noto dall'epoca neo-sumerica.

Gigid E' uno zufolo attestato nel II millennio, in oro, argento, bronzo. Sono noti infine fiati a forma di clarinetto, anch'essi ricordano alcuni attuali strumenti arabi.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it