I N GENNAIO ho passato una settimana a New York nello studio dei Sonic Youth: ho registrato un duo con Thurstone Moore, un altro con Loren Mazzacane-Connors, poi un trio, e un quartetto con l'aggiunta di Lee Renaldo. Thurston è una di quelle vedette conosciute a livello mondiale che però cercano di prendere le distanze, di sfuggire dalla pop music: è da questi ambiti, dal rock un po' stravolto, dal rap, che può darsi possa venire un ricambio per la musica improvvisata. Forse la nuova generazione andrà nella stessa direzione ma con influenze nuove rispetto alla generazione storica della musica radicale. Anche se bisogna dire che certamente il mercato della musica non spinge i giovani a muoversi in questo senso".
Marsigliese, come quasi tutti Jean-Marc Montera da ragazzo ha cominciato come chitarrista rock; a diciotto anni, folgorato sulla via di Damasco da un concerto di Barre Philips, si è convertito alla musica improvvisata. Nel '78 a Marsiglia è stato fra i fondatori dell'associazione Grim, il Groupe de Recherche et d'Improvisation Musicale, di cui rimane il principale animatore. Oggi, a poco più di quarant'anni, è una figura non usuale di chitarrista e rumorista con un background e una sensibilità rock ma pienamente calato nell'universo della più intransigente musica radicale e improvvisata europea, e anche un esempio del musicista di tipo nuovo che si destreggia con disinvoltura fra situazioni musicali diverse.
Alla rassegna di Mulhouse si è presentato con il trio Attila, con il sassofonista palermitano Gianni Gebbia, con cui ha maturato una lunga consuetudine, e con il batterista Jim Meneses: "Gianni è un musicista a cui mi sento veramente molto vicino, forse c'entra un po' anche la nostra 'latinità', ma soprattutto la nostra maniera di collocarci nel mondo del jazz e delle musiche attuali. Oltre al fatto di intenderci bene a livello personale, cosa che quando si è arrivati a quarant'anni comincia ad essere importante. Ci siamo trovati in situazioni musicali disparate e ogni volta riusciamo ad entrare rapidamente in sintonia. Oltre che come Attila, suoniamo in trio anche con un batterista palermitano, Vittorio Villa".
Ma Montera ama esibirsi anche in solo (si ascolti il cd Hang Around Shout, Fmp), in duo con il clarinettista e sassofonista tedesco Wolgang Fuchs (li si ascolta insieme nell'album di quest'ultimo Bits & Pieces, sempre Fmp), con cui ha in ballo un lavoro per il centenario della morte di Heinrich Heine, in duo con il suonatore di ghironda Dominique Regerf, con cui è stato recentemente in Italia (il 7 settembre alla rassegna "Palermo di scena" e poi il 10 a Vicenza, l'11 a Padova, e il 12 a Bolzano in trio con Gianni Gebbia), in trio con il clarinettista Floros Floridis (il principale esponente della musica improvvisata in Grecia) e Paul Lovens (riferimento storico della percussione radicale europea). Nonché con musicisti tradizionali: in ottobre a Marsiglia ha in programma una creazione con una cantante spagnola, un chitarrista flamenco e alcuni giovani usciti dall'esperienza dello stage marsigliese di alcuni anni fa di Fred Frith, a cui Jean-Marc Montera fece da braccio destro; poi sarà in tournée in Vietnam per l'esecuzione di un lavoro contemporaneo del compositore elettroacustico marsigliese Jacques Diennet, partitura che prevede l'impiego di musicisti tradizionali vietnamiti. "Sono di origine corsa e ho sempre ascoltato delle polifonie. Trovo che musica improvvisata e musiche tradizionali siano molto vicine, perché le musiche tradizionali sono spesso musiche improvvisate, anche se con un sistema di regole e una trasmissione orale per cui tendono a fissarsi, ma la filosofia in qualche modo è simile".
Ma Montera può vantare anche una robusta esperienza di lavoro "pedagogico" con giovani musicisti di estrazione rock di diverse città francesi, spesso in quartieri difficili: "Adesso lavoro un po' meno con piccoli gruppi rock perché cerco di dare una continuità a quello che ho fatto, senza cambiare continuamente persone, ma continua a piacermi impegnarmi con giovani musicisti su alcuni progetti: ne faccio almeno uno per anno, per me è importante avere a che fare con musicisti-dilettanti. Con i giovani della Rock-school di Bordeaux abbiamo fatto della musica per il Nosferatu di Murnau, con una scuola di musica a Nancy per i film di Buster Keaton, e in giugno ho avuto una commissione da Aubagne, un comune vicino a Marsiglia, che mi ha chiesto di organizzare uno spettacolo di apertura del festival della città con l'insieme delle strutture che fanno musica, il conservatorio, le scuole di musica, ma anche gruppi rock che lavorano nei quartieri, nei centri sociali, eccetera: monto uno spettacolo all'aperto con qualcosa come duecentoventi musicisti, trentacinque danzatori, e fuochi d'artificio. Sono progetti che comportano un grossissimo sforzo di gestione, planning, organizzazione, per esempio per far sì che l'orchestra sinfonica del conservatorio possa suonare con un gruppo rap o rock, cosa complicata da organizzare perché tutti hanno degli orari diversi e diversi giorni di disponibilità. Ma ormai è tanto che mi capitano cose del genere e ce la faccio a mettere a posto tutto".