FESTIVAL
H anno danzato una pioggia di granate, hanno corso la scena con piedi randagi ma forti, hanno parlato la voce di chi può solo ascoltare: aveva un sapore di felliniana memoria, ma più acerba e cruda nel raccontare storie di quotidiana emarginazione, "Barboni", l'ultima creazione della compagnia di Pippo Del Bono e Pepe Robledo, presentata la settimana scorsa al Drode Sera Festival. "Sogno di vivere una vita bella, vivo bene una vita brutta", scriveva Bernardo Quaranta, vagabondo genovese a cui lo spettacolo è dedicato con l'intensità di chi in scena ha saputo riportare, tra inquietudini e poesia, il filo della sua vita e di quelli di chi come lui cercano ogni giorno per le strade il senso del vivere. E' così che sul palcoscenico del cortile Benuzzi, anche sotto la pioggia di un agosto inclemente, attori e persone cosiddette disadattate si sono mescolati in racconti e danze, testimonianze poetiche di esclusione e vagabondaggio, di vite dure ma anche libere e gioiose. Un circo in cui mister Puma ha parlato la danza serrata di un corvo che vuole uscire dalla sua isolitudine, il napoletano Bobò, anni di manicomio sulle spalle, ha lanciato la sua spontanea sensibilità artistica in gesti e suoni che hanno spiazzato in un crescendo delicato, e le ballerine si sono gettate a capofitto in un incontro di catch combattuto tra amore e odio. Poi, tutti insieme, hanno chiuso in una danza liberatoria, quella che abbatte i confini tra gioia e dolore, libertà e reclusione. E' stato senz'altro questo uno degli spettacoli teatrali più forti tra quelli visti al festival trentino che anche quest'anno ha riempito strade, piazze e cortili del piccolo centro gardesano. E sotto una stellata estiva mozzafiato, lo straordinario attore ungherese Gyule Molnar è tornato a Drode Sera per parlare con ironia e delicatezza di astri, navicelle e uomini dello spazio. Dubbi, interrogativi e domande su quel primo volo nello spazio hanno percorso il suo spettacolo "Gagarin" con disarmante semplicità e naturalezza.
Ma Drode Sera è stato anche molta danza con tutti i suoi interpreti. In apertura di festival è stata un'invasione di compagnie in strada a lasciare il segno delle diverse visioni di intendere danza, movimento e comunicazione. C'era la compagnia di Virgilio Sieni e gli spagnoli di Barcellona Addictos, la trapezista La Fura e la ballerina di flamenco sulle punte del "Sol Pico", l'altro movimento, Elena Majnoni e Samuel Mathieu. Ospite affezionata della rassegna, quest'anno la compagnia iberica del Mal Pelo ha presentato l'affascinante mondo che brulica ne "La Calle dell'Imaginero". E ancora danza con "Romanzo d'infanzia" per una compagnia di casa, quella di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni, quest'anno impegnati in un filone di ricerca che ha inaugurato anche un nuovo settore del festival, dedicato ai bambini. Nel cortile delle scuole anche il conturbante trasformista Chris Channinig che con i suoi quadri viventi invitava i bambini e non a mettere una moneta per vederlo, sotto forma di Gioconda alla Duchamp, fare un occhiolino invitante. Ancora prove d'attore eccellenti quelle di Marco Paolini con il suo "Milione" veneziano, Laura Curino nella saga degli "Olivetti" visti dagli occhi delle donne, "Le zie d'America" del Teatro Laboratorio VII a tener compagnia con storie e cene dopo la mezzanotte. Anche quest'anno Drode Sera ha mantenuto la sua promessa di essere momento di confronto culturale d'alto livello ma anche spazio estivo d'incontro con serate di flamenco e concerti. L'ultimo domenica sera per chiudere il festival e darsi appuntamento alla prossima estate.