Il sacco del Veneto

CACCIARI PAOLO

GRANDI OPERE

Il sacco del Veneto

PAOLO CACCIARI

S on tornati i democristiani. Son tornati con il loro carico di autostrade. Per far felici i veneti irrequieti, grandi lavoratori ed esporatori, grandi elettori disorientati, Prodi e Costa firmeranno oggi a Venezia con Galan, presidenti di province, sindacati e imprenditori - già stretti attorno al "patto di concertazione" - un "protocollo d'intesa" che prevede al realizzazione di due autostrade, una superstrada, un treno ad alta velocità, una metropolitana. Insomma, la modernizzazione.

A differenza dei tempi lontani di Piccoli-Rumor-Basaglia (che volevano realizzare un'autostrada per collegare tra loro tre città: Trento, Vicenza e Rovigo) e della Alemagna di De Michelis e Bernini (che avrebbe dovuto arrivare in Baviera, ma si è fermata sulle tangenti della tangenziale di Tessera), ciò che è cambiato è l'atteggiamento del maggior partito della sinistra: allora il Pci era contrario, ora il Pds è favorevole. Si ritiene che le autostrade siano la risposta vincente da dare alla Lega - pure favorevole - nella gara alla rappresentanza degli interessi del ceto imprenditoriale locale emergente. Il capo delgi industriali Carraro e il sindaco di Venezia con i loro movimenti del Nordest hanno di che essere soddisfatti: la risposta (positiva) da Roma l'hanno avuta. Per ora niente secessione.

Unici intoppi le popolazioni che lungo i tracciati della Pedemontana (un centinaio di chilometri tra Treviso, Bassano, Vicenza) e del passante di Mestre (trenta chilometri tra Mirano, Mogliano, Quarto d'Altino) si sono organizzati in combattivi comitati per la difesa delle proprie case e dei propri campi, con la Coldiretti a braccetto delle associazioni ambientaliste e Verdi e Rifondazione che con l'ausilio di qualche tecnico e di molto buon senso hanno ampiamente dimostrato la follia della scelta autostradale, oltre a quella dell'Alta velocità.

I progetti, infatti, oltre a massacrare un territorio già sofferente per una urbanizzazione "a marmellata", risultano privi di reale utilità per il traffico che si genera localmente nei distretti industriali e tra i numerosissimi centri urbani della pianura veneta; inoltre sono diseconomici. Progettazione, costruzione e gestione delle due nuove autostrade saranno affidate in concessione alle società autostradali che attualmente operano nel Veneto, ma è già stato scritto che almeno il 50 per cento del loro costo di realizzazione dovrà essere coperto dallo stato. Un film già visto, la solita truffa ai danni delle casse pubbliche. Comunque Prodi e Costa non hanno ancora spiegato come intendano superare gli scogli del Parlamento (tre deputati veneti della maggioranza si sono già dichiarati indisponibili: Bortolotto dei Verdi, Bonato di Rifondazione e Pozza Tasca del Patto Segni), che dovrebbe approvare un'apposita legge di deroga al divieto di costruzione di nuove autostrade, e dell'Unione europea che impone gare europee sia per la realizzazione delle grandi opere pubbliche che per l'affidamento in concessione delle gestioni.

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