Settegiorni da leggere. Il nuovo Diario dell'Unità

ORSI ALESSANDRA

Settegiorni da leggere. Il nuovo Diario dell'Unità

Un settimanale bianco, quadrato, tutto sommato elegante. E' Diario, in vendita da mercoledì prossimo insieme all'Unità, direttore Enrico Deaglio e grande attenzione alla scrittura - da Roma ALESSANDRA ORSI

S E ANDRA' come alla conferenza stampa di presentazione, il responso non potrà che essere: "a ruba". Che sia per scaramanzia o per vera sottovalutazione dell'"evento", le copie di Diario della settimana disponibili ieri a Roma al Caffé Greco, sono infatti finite in pochi minuti. Merito della copertina? In tal caso bisognerebbe parlare di un'inversione di tendenza perché, se anche tra quei "Martiri d'Ungheria" ritratti in una foto Magnum, c'è chi somiglia a Humphrey Bogart, pure il paragone non basta a giustificare il sex appeal da prima pagina...

Comunque, auguri premettendo, aspettiamo la risposta "vera" che darà domani il pubblico dell'Unità - e non solo di quel quotidiano: Diario resterà in edicola tutta la settimana, a sole 1.500 lire. Prezzo basso rispetto agli altri settimanali (vedi Specchio) ma calmierato sulle altre iniziative dell'"Unità" che è pur sempre la "casa madre". Una madre però che vede emanciparsi i suoi figli, tanto che alla voce "proprietà" leggiamo il bizzarro nome - Radiosa Aurora - di una nuova società, formata però da nomi noti dell'editoria nostrana: Amato Mattia (Rosabella, cioè Tuttosport) Luca Formenton (il Saggiatore) e naturalmente Arca (L'Unità).

Otto giornalisti in redazione ad affiancare il direttore Enrico Deaglio in questo progetto, ambizioso nell'accezione migliore del termine e, a giudicare dalla mole, non di semplice realizzazione. E ci chiediamo: riusciranno i nostri eroi eccetera eccetera...

Ma è poi giusto farsi queste domande alla vigilia? No, giusto è solo anticipare un po' del menu, ricco peraltro di collaboratori già transitati su altre colonne. Innanzitutto l'impaginazione. Che ricordi il New Yorker lo hanno già detto in tanti (e pare essere nelle esplicite intenzioni del direttore) e qui, come si dice in questi casi, un nome, una garanzia... Dunque molte e molte righe (scritte su carta, però, un po' troppo understatement rispetto alle premesse di contenuto) e che si coagulano attorno a: inchieste (udite, udite: ritroviamo finalmente la dicitura "Il nostro inviato a..."), commenti sui fatti della settimana, (cronaca italiana e internazionale), ritratto di un personaggio. E qui, per esempio, dove c'è una forte elaborazione del genere "intervista", notiamo una scrittura con molta soggettività, che caratterizza anche le altre rubriche. Poi recensioni e recensioni e recensioni e un racconto originale (e qui dissentiamo con la nota editoriale: non da leggere "la sera o il week end", ma dove e quando pare a voi...).

E comunque, chi vuol rivolgersi a questo Caro Diario, non si fidi di un riassunto - ché non c'è cosa peggiore quando l'oggetto è un giornale.

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