IMPUTATI

CACCIARI PAOLO

IMPUTATI

PAOLO CACCIARI

U N MEDICO del lavoro l'aveva già definita la tragedia industriale più drammatica del dopoguerra. Da anni lo sapevamo, grazie anche alla tenacia delle denunce di un uomo e di un compagno straordinario, Gabriele Bortolozzo, che annotava i casi di malattie e di morte sospette dei suoi colleghi di lavoro.

Ora le perizie della procura di Venezia delineano le agghiaccianti dimensioni della sciagura. Ci continua perciò ad essere difficile parlare senza emotività di ciò che è accaduto al Petrolchimico.

Il periodo di latenza dell'angiosarcoma epatico può durare oltre venti, trent'anni. Immaginiamoci con quale stato d'animo avranno letto queste notizie centinaia e centinaia di lavoratori a Marghera, a Brindisi, a Terni, a Ferrara, a Livorno e chissà in quanti altri posti del mondo dove si continua a produrre cloruro di vinile di monomero. Nella sua Storia di uno sviluppo capitalistico. Porto Marghera 1951-1973 Cesco Chinello così ci racconta quegli anni: "Ignari del pericolo, d'estate gli operai mettevano le bottiglie e le bevande in fresco nel cloruro di vinile".

Difficile parlarne dovendo guardare negli occhi i "sopravvissuti", come da anni fanno parenti e avvocati dell'associazione dei familiari e dei lavoratori colpiti da malattie derivanti dal ciclo produttivo del Cloruro di Vinile impegnati nella più penosa delle lotte per il riconoscimento delle malattie professionali.

Perché a condannarli non è stato solo un padrone delinquente, delle autorità, sanitarie mentecatte, un sindacato colluso. In quel "tribunale" ci siamo comodamente seduti anche noi. C'è l'industrialismo. C'è la cultura scientista dei Mac (massime concentrazioni ammissibili), cancerogeni accertati compresi. C'è il credo nell'efficienza tecnologica, che permette di superare sempre in avanti i limiti dettati dal principio di precauzione. C'è l'obbligo allo sviluppo che è fatto di metalli pesanti, di cloro, di diossine e furani, di amianto, di campi elettromagnetici, di scorie nucleare e, da posdomani, da animali manipolati biogeneticamente.

Come dice Wolfagang Sachs, vi è "la tendenza a dissociare la crescita del consumo della natura". Nessuna paura: è solo così - ci dicono indagini statistiche e sociologiche - che si vive (in una parte del mondo, almeno) meglio e di più. Peccato che oggi abbiamo avuto conferma, anche, del perché può succedere che una parte di noi - gli operai - possa vivere meno a lungo dell'altra.

Postscriptum A leggere i commenti di gran parte della stampa, c'è da rimanere allibiti: la "notizia" non sono i 119 morti e 400 malati accertati (solo al Petrolchimico di Porto Marghera) dall'inchiesta del giudice Casson, ma il fatto che alcuni grandi notabili del capitalismo di stato (Cefis, Medici, Schimberni, eccetera) sarebbero finiti sul banco degli imputati. Strane regole presiedono le comunicazioni di massa.

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