U
N MEDICO
Ora le perizie della procura di Venezia delineano le
agghiaccianti dimensioni della sciagura. Ci continua perciò ad
essere difficile parlare senza emotività di ciò che è accaduto al
Petrolchimico.
Il periodo di latenza dell'angiosarcoma epatico può durare oltre
venti, trent'anni. Immaginiamoci con quale stato d'animo avranno
letto queste notizie centinaia e centinaia di lavoratori a
Marghera, a Brindisi, a Terni, a Ferrara, a Livorno e chissà in
quanti altri posti del mondo dove si continua a produrre cloruro
di vinile di monomero. Nella sua Storia di uno sviluppo
capitalistico. Porto Marghera 1951-1973 Cesco Chinello così
ci racconta quegli anni: "Ignari del pericolo, d'estate gli
operai mettevano le bottiglie e le bevande in fresco nel cloruro
di vinile".
Difficile parlarne dovendo guardare negli occhi i
"sopravvissuti", come da anni fanno parenti e avvocati
dell'associazione dei familiari e dei lavoratori colpiti da
malattie derivanti dal ciclo produttivo del Cloruro di Vinile
impegnati nella più penosa delle lotte per il riconoscimento
delle malattie professionali.
Perché a condannarli non è stato solo un padrone delinquente,
delle autorità, sanitarie mentecatte, un sindacato colluso. In
quel "tribunale" ci siamo comodamente seduti anche noi. C'è
l'industrialismo. C'è la cultura scientista dei Mac (massime
concentrazioni ammissibili), cancerogeni accertati compresi. C'è
il credo nell'efficienza tecnologica, che permette di superare
sempre in avanti i limiti dettati dal principio di precauzione.
C'è l'obbligo allo sviluppo che è fatto di metalli pesanti, di
cloro, di diossine e furani, di amianto, di campi
elettromagnetici, di scorie nucleare e, da posdomani, da animali
manipolati biogeneticamente.
Come dice Wolfagang Sachs, vi è "la tendenza a dissociare la
crescita del consumo della natura". Nessuna paura: è solo così -
ci dicono indagini statistiche e sociologiche - che si vive (in
una parte del mondo, almeno) meglio e di più. Peccato che oggi
abbiamo avuto conferma, anche, del perché può succedere che una
parte di noi - gli operai - possa vivere meno a lungo dell'altra.
Postscriptum A leggere i commenti di gran parte della
stampa, c'è da rimanere allibiti: la "notizia" non sono i 119
morti e 400 malati accertati (solo al Petrolchimico di Porto
Marghera) dall'inchiesta del giudice Casson, ma il fatto che
alcuni grandi notabili del capitalismo di stato (Cefis, Medici,
Schimberni, eccetera) sarebbero finiti sul banco degli imputati.
Strane regole presiedono le comunicazioni di massa.