Viva Tele-Fregoli

D'ALESSANDRO ROBERTO

Viva Tele-Fregoli

Intervista a Francesco Paolantoni, attore napoletano di teatro e maschera televisiva di "Mai dire gol"

ROBERTO D'ALESSANDRO - NAPOLI

S PARLOTTAMI . La segreteria telefonica di Francesco Paolantoni tradisce il personaggio televisivo. Non sarà facile intervistarlo. Uno si immagina le molteplici voci, i nonsense e le domande ossessive dei personaggi che lo hanno reso famoso: "Capisci 'e televisione tu?" (il nonno multimediale), "prova a dire Gialappa?" (De Lollis), "Ho vinto qualche cosa?" (Robertino), "Scusa, tu suoni?". Ti aspetti le storie di Zarrillo e del suo elefante, del ragù lasciato a sbollire verso le sette, sette e mezza quando Luisa lo ha lasciato. E invece sei costretto a cambiare registro. Paolantoni, seduto compostamente su una poltrona del teatro Ausonia di Napoli dove sta provando un nuovo spettacolo, si presenta sobrio, chiaro e conciso, e la conversazione procede come fra due gentiluomini inglesi dell'ottocento.

Debutta oggi al Parioli di Roma con una commedia tratta da un romanzo di Moravia, Io e Lui, insieme a Giobbe Covatta per la regia di Vincenzo Salemme: di che cosa parla?

"E' la storia semiseria di un impiegato che improvvisamente si vede materializzare davanti agli occhi il suo organo sessuale. 'Lui' diventa la coscienza di questa persona e lo mette di fronte allo squallore della sua vita".

Vedremo qualcuno dei suoi personaggi televisivi?

No. Ma sicuramente si riconoscerà la voce

In tv lei ironizza sull'attore di teatro: qui che fa, ironizza sulla tv?

Io prendo in giro il trombone, quello che fa lo snob, che viene fuori dall'accademia conservando il birignao e che fa finta di condannare il mezzo televisivo, ma che poi farebbe carte false pur di diventarne un protagonista. A me la tv piace moltissimo, e penso che potrebbe essere utilizzata anche per portare più gente a teatro

Quale mezzo di comunicazione preferisce, considerando che lei l'anno scorso ha vinto anche un telegatto d'oro con il programma di radio Kiss 'A tutti coloro'?

Cerco di esercitare la mia professione in maniera totale. Mi piace misurarmi in più situazioni e amo proporre la mia recitazione schizofrenica, una recitazione che esce un po' fuori dai canoni, in diversi campi. Con la radio puoi immaginare mondi fantastici, con il teatro c'è il contatto diretto col pubblico che è molto stimolante. Tra l'altro di recente ho anche scoperto il cinema. Ho fatto una parte in L'amore molesto di Martone. Ed è stata una esperienza entusiasmante - continua il comico napoletano sistemandosi il maglioncino alla De Lollis - per questo ho deciso di provarci ancora. Ho partecipato anche al film di Renato De Maria con Sergio Castellitto che dovrebbe chiamarsi Hotel Paura e probabilmente sarà presentato a Venezia

Le piacerebbe scrivere e interpretare un film?

Moltissimo. E non escludo che tra poco possa accadere. Sto aspettando che delle situazioni maturino. Ma soprattutto sto aspettando di crescere io

Girerebbe una pellicola sui suoi personaggi, come i primi lavori di Verdone, o sceneggerebbe una storia come ha fatto Troisi?

Forse sarà una combinazione, cioè una storia che capiterà ad un mio personaggio.

Come si trova con la Gialappa's?

C'è molto sintonia. L'atmosfera di lavoro è molto tranquilla e collaboriamo nella ricerca di nuove idee. Ci siamo conosciuti all'epoca di Telemeno, su Odeon Tv, e c'è sempre stata molta stima fra noi. Quando c'era Teocoli c'erano più contrasti perchè lui è abbastanza accentratore

Come nascono i suoi personaggi?

Non ho riferimenti precisi. Vengono fuori giocando. Assorbo tante cose, vedo tante situazioni, e poi esplodono improvvisamente

Come si accorge se funzionano?

Mi baso sulla mia sensibilità. Se io rido, so che funzionano

A chi si ispira la sua comicità?

A Cip e Ciop ehm ... mi scusi volevo dire che, essendo napoletano probabilmente ho immagazzinato una serie di segnali dai personaggi della grande tradizione napoletana come Eduardo, Totò, Troisi, ma non ho un riferimento preciso.

A questo punto Paolantoni sta cedendo. Meno male che deve correre all'aeroporto, destinazione Milano, ma prima di congedarsi fa una smorfia e chiede: "Signor giornalista, ho vinto qualche cosa? Noo? Allora stia attento all'elefante di Zarrillo, prima l'ho visto molto arrabbiato fuori al teatro".

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