Karaoke story

NOVELLA KATIA

Karaoke story

Katia Novella

T OKYO ORE 20 . E' già sera. Tra 3 ore Go Yozawa sarà nella sua casa in affitto, pronto per il riposo. Ma il suo pensiero vola lontano e arriva a Buenos Aires, dove gli orologi fanno le 8 del mattino. Solo qualche mese prima, in quel momento, sarebbe stato ancora al letto, oppure facendo colazione, prima di andare a scuola. Ma ora la vita di questo argentino figlio di giapponesi è cambiata. Il suo futuro ora si chiama karaoke e la sua vita è una corsa con un unico obiettivo: il successo.

Vent'anni compiuti, da un anno in Giappone, paese dal quale se ne andarono molti anni addietro i suoi genitori, Go Yozawa è considerato una delle grandi promesse del karaoke nipponico. E' uno degli ultimi giovani a praticare l'enka-pop e la new adult music (genere romantico con orchestra e basi programmate). La prima volta che partecipò a un concorso di karaoke fu a Buenos Aires, quando aveva solo 10 anni. Nel '92, provocò una vera rivoluzione nel mondo del karaoke della capitale argentina, intrucendo nel numero che doveva presentare al concorso giovanile dell'associazione nipponica di Sarmiento una coreografia con un passo da lui inventato e chiamato "el pasito Gochàn". Da quel momento sembra che sua madre non abbia avuto più dubbi sul suo talento. L'anno successivo infatti fece partecipare Go al concorso organizzato annualmente dalla Columbia Records di Tokyo.

Dei 4.244 partecipanti, Go rimase tra i 14 finalisti. Ma la casa discografica, prima di fargli un contratto lo mandò indietro a Buenos Aires, perché finisse le superiori e imparasse meglio il giapponese. Raggiunti questi obiettivi, è tornato in Giappone con un contratto di 3 anni, periodo durante il quale può contare su uno staff personale di compositori, un maestro di canto, un sarto, un truccatore, un manager e un addetto stampa. Figure indispensabili per la creazione di un divo. All'inizio della sua carriera, Go Yozawa ha pontuto sopravvivere grazie ai suoi compagni di karaoke di Buenos Aires, che prima della sua partenza organizzarono una colletta.

Dopo pochi mesi dal suo arrivo in Giappone, l'argentino Go aveva già il proprio fanclub, Amigos, che ha anche la funzione di agenzia. Offre infatti informazioni sugli impegni giornalieri di Go, ora per ora. Un compito affatto difficile giacché le sue giornate sono quasi sempre uguali.

"Dal lunedì al venerdì mi sveglio alle 8 del mattino - racconta Go -. Alle 9 esco di casa, vado in sala di registrazione dove sto facendo il mio primo lp, Storie d'amore. Poi passo in qualche studio radiofonico o televisivo per un po' di promozione. Verso le 11 di sera, appena in tempo per prendere l'ultimo metro, torno a casa". "Ho sempre paura che Go non si abitui al ritmo del Giappone e che di colpo possa cadere in depressione" dice sua sorella Keiko. E Go conferma: "Quello che meno mi piace di Tokyo è il continuo tram tram della gente. Ma per ora è questa la strada che devo percorrere. L'ho scelta io".

Per uscire dalla solita routine, Go ha solo la domenica. Gli piacerebbe giocare a calcio, ma è troppo stanco. "Adesso gli unici sport che pratico sono il nuoto e l'areobica, richiesti dal contratto". Normalmente il pomeriggio della domenica lo trascorre in un bar con amici nippo-argentini. Sorseggiano qualche birra, si scambiano le proprie esperienze. Dopo questi incontri Go è sempre più convinto che in fondo la sua vita è molto migliore di quella di tanti suoi amici che fanno gli impiegati e devono approfittare degli 8 minuti di pausa ogni 2 ore per poter andare in bagno. "Spero di avere sufficiente volontà - dice - per vivere meglio". Comprensibile, no?

Il contratto che ha firmato con la Columbia Records di Tokyo, non solo prevede che Go Yozawa dedichi 10 ore di ogni sua giornata alla costruzione del suo successo e si mantenga in linea. Una clausola lo obbliga a rimanere scapolo. Perché? Semplice: per alimentare le fantasie erotico-sessuali delle sue fan. La sua prima fan, sua madre, per seguire la carriera di Go si è stabilita nel lontano paese dei suoi avi, nel nord del Giappone. Suo padre insieme a Keiko e a un altro fratello di Go, Claudio, sono rimasti a Buenos Aires.

Quella di Go e' una storia come molte altre. Altri figli di esiliati giapponesi poggiano le proprie speranze di successo nell'impero pop del Sol Levante. Ragazzi che portano con sé una storia d'immigrazione e una cultura diversa, quella dei posti dove sono nati e cresciuti. Ingredienti che sembrano piacere ai produttori. Nel suo primo videoclip, Go intona una canzone del compositore argentino Leon Gieco, dà un calcio a un pallone e mostra le lettere e le fotografie dei suoi genitori.

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