Qualità della vita ed energia

GUERRA MASSIMO

OPINIONI

Qualità della vita ed energia

MASSIMO GUERRA *

L E ANTICIPAZIONI sulla nuova legge finanziaria manifestano la volontà del governo di scegliere il settore energetico quale campo di intervento preferenziale per la realizzazione di forme di federalismo fiscale attraverso la concessione alle regioni del diritto di applicare aliquote aggiuntive su costi e servizi energetici e l'erogazione di una quota degli introiti che lo stato incassa dai tributi gravanti su benzina, elettricità e gas metano. Inoltre il governo annuncia una tassa verde sulle discariche dei rifiuti. Questi aspetti della manovra, rispecchiano la consueta filosofia economicista, ripetendone il carattere di univoca ispiratrice degli eventi del paese, senza che vengano introdotti altri criteri di selezione delle decisioni. La salvaguardia dell'ambiente continua ad essere assente dalla programmazione governativa, che non concepisce l'ambiente quale bene vitale e economico della collettività. In tale senso vanno interpretate le decisioni che riguardano la gestione complessiva dell'energia e dei rifiuti. Per l'ampiezza dello spettro di questioni che investono, questi temi sono senza dubbio da considerare settori che necessiterebbero di forti azioni di indirizzo pianificazione e intervento proprie di chi governa la nave italiana.

Ad esempio, la bandiera delle emergenze energetiche -il soddisfacimento del fabbisogno nazionale è legato ad accordi internazionali per il 70 per cento con un deficit che si attesta intorno ai 20 mila miliardi - continua ad essere sventolata magari per rimettere in discussione gli esiti referendari del 1987. Certo non per spingere, ad esempio, il governo a rifinanziare il risparmio energetico, attribuendo alle regioni la gestione dei soldi, così come è scritto nella legge n. 10 del 1991, che detta le "norme per l'attuazione del Piano Energetico Nazionale in materia di uso razionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia".

Stanziamento di 2.350 miliardi

A LL'ATTO della sua emanazione, la legge disponeva lo stanziamento di 2 mila 350 miliardi, 714 dei quali messi a disposizione delle regioni, che conseguentemente aprirono gli sportelli- energia al servizio dei cittadini che volevano avvalersi del contributo per acquistare lampade a basso consumo o pannelli solari, riscaldare la casa con un impianto a gas o coibentarla per consumare meno energia solo per citare alcuni casi previsti dalla legge. I contributi furono tutti erogati, ma attualmente soltanto le province autonome di Trento e Bolzano perseverano nel dedicare voci di bilancio a queste forme di vera e propria campagna per il risparmio energetico. Di tutto ciò non sembra trovare riscontro nelle linee della attuale legge finanziaria. Eppure una società sana dovrebbe concepire il suo futuro con necessità di approvigionamenti energetici inferiori a quelli attuali, con le applicazioni messe a disposizione dalla ricerca tecnologica. Che servirebbe inoltre ad abbassare i debiti esteri per il fabbisogno energetico. L'altro problema dei rifiuti ha dimensioni talmente allarmanti e diffuse sull'intero territorio nazionale, che per i suoi aspetti illegali è stata formata una commissione parlamentare; che in Campania opera da un anno e mezzo un commissario e che altre regioni hanno richiesto la dichiarazione dello stato di emergenza. Allora, l'ipotesi di una tassa verde sulle discariche sottolinea perlomeno l'assenza del governo su altre opzioni possibili. Ad esempio, il governo ben sa che il costo del conferimento di un chilogrammo di rifiuti solidi urbani è di 36 lire a Roma, 40 lire in Sardegna (prezzo politico stabilito dalla regione) e 200-250 lire in Lombardia. E come può il governo accettare che porzioni sempre più ampie di suolo vengano riempite di rifiuti? Non sarebbe utile allora dare attuazione concreta alla legge 475, con finanziamenti e incentivi agli enti locali per la raccolta differenziata e per la termodistruzione?

Nella nuova legge finanziaria nulla di tutto ciò viene menzionato: e quindi avremo ancora una manovra fondata sul prelievo indifferenziato e su un federalismo non realizzato nella sostanza. Programmare centralmente le politiche nazionali e decentrarne la realizzazione, è la formula che potrebbe farci uscire dalle perenni emergenze e concretizzare guadagni anche economici nei prossimi anni, nonché risolvere questi enormi problemi che ci portiamo dietro da decenni. Senza comprendere che tutti ne avremmo soltanto vantaggi: chi governa, per il fatto di non dovere ricorrere alle tasche dei cittadini, e chi vive tali prelievi con la consapevolezza del loro carattere vessatorio e della loro sostanziale inutilità, sterili come sono di vere soluzioni per la complessiva qualità della vita.

*Associazione verdi ambiente e società

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