S THEPHEN Spender probabilmente ha letto molto i giornali in questo periodo, e per questo deve aver "deciso" - visto che per lui scrivere significava "avere la capacità di rendere gli altri felici" - di morire ieri. Per farli felici un'ultima volta.
Da settimane - e presumibilmente per settimane -la nostra stampa non si occupa che di due argomenti: la bisessualità e l'anticomunismo degli (ex)-comunisti. Saranno i due argomenti dell'estate. Bene. Spender è stato un notissimo bisessuale e uno dei più famosi "ex"; autore -insieme a Silone, Koestler, Gide, Wright, Fischer - del famosissimo Il Dio che è fallito (ripubblicato nel 1992 da Baldini & Castoldi). Ma come ha vissuto queste due esperienze Spender? Non lo scriviamo perché è morto: c'è la sua autobiografia, due volumoni pubblicati dal Mulino, e le sue lettere a Christopher Isherwood pubblicate da Rosellina Archinto a testimoniarlo: con una profondità, un senso della storia, un'umanità ma soprattutto un senso del dolore e in qualche modo della tragedia (nel senso di consapevole, fiera tragicità della vita) che lasciano stupefatti di fronte alla fatuità dell'oggi.
Scrive il 22 novembre 1936 a Isherwood: "Tony è veramente
sconvolto, a volte va su tutte le furie. Ma se egli accetterà di
essere il mio migliore amico invece che il mio amante, tutto
andrà a posto, la nostra amicizia non sarà così spaventosamente
diversa, o almeno lo spero". Provate a confrontare queste poche
parole, questi sentimenti, con le pagine dei newsmagazine
italiani e stranieri sul "grande ritorno" della bisessualità e
vedete se non vi si accappona la pelle. Sui giornali, la
bisessualità ha meno "spessore" di una sfilata di Dolce &
Gabbana. Quanto all'anticomunismo, dai maggiori leader politici
pidiessini fino all'ultimo dirigente periferico si sente ripetere
ossessivamente questa frase: "Non mi costa nessuna fatica
ammettere di essere anticomunista, se anticomunismo significa
stare coi ragazzi di Tian an Men contro i carri armati". Come
"non mi costa nessuna fatica"? Se è così, allora niente ha più
valore, né dignità, per il passato come per il futuro.
Nel Dio che è fallito Spender scrive: "Qualche volta i
liberali parlano e scrivono come se credessero alla libertà
illimitata dell'individuo di sfruttare altri individui; altre
volte, proclamano la libertà di ciascuno in mezzo ai propri
eguali. Per me, dovevano fondare il loro concetto di libertà
sulla giustizia sociale che limita lo sfruttamento. Io proponevo
ai liberali di sostenere i lavoratori. In breve, dovevano
trapiantare la libertà individuale dal campo dell'interesse dei
capitalisti a quello dell'interesse dei lavoratori".
Ma Spender confidava al grande amico Isherwood: "Essere un
artista... è solo una delle tante malattie della sofferenza.
Conferisce un ingiusto vantaggio sui propri contemporanei. Ma
l'unica qualità che vale davvero la pena di avere è la
disponibilità a essere ignorati e dimenticati. Gli uomini di
genio non sono altro che parassiti di coloro che hanno il dono di
entrare bene in comunicazione con i loro simili. Con tanto
affetto, Stephen".
Con tanto affetto, Stephen.
Un ingiusto vantaggio