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UALCHE DOMANDINA
Il numero uno di Botteghe oscure ha il tempo di toccare tutti i
temi del momento: le ipotesi per evitare i referendum televisivi,
Dini e le elezioni, la previdenza, Prodi, il mercato, la fiducia
degli operatori stranieri...
Sulla conclusione delle trattative per evitare i referendum-tivù
parla proprio mentre a Roma si cerca di stringere sull'accordo
indicandone indirettamente le linee: "Spero che in queste ore
emerga la volontà di evitare un referendum inutile: ormai tutti
sono convinti che la legge Mammì debba essere abrogata e
sostituita. Non è un problema di tempi ma di volontà. Le
possibilità sono più d'una e comunque, una volta stabilita la
nuova normativa, è certo che le imprese avranno tempi ragionevoli
per mettersi in regola". Il segretario del Pds si era appena
pronunciato sull'ipotesi di vendita della Fininvest a uno
straniero: "Tutto sommato quando Berlusconi dice che intende
cedere lo prendo in parola: il conflitto di interessi è un
problema drammatico soprattutto per lui. E' difficile però
immaginare che qualcuno possa comprare delle reti quando non è
chiaro il regime di concessione in cui potranno operare. Fatto
questo, se la Fininvest, venisse acquistata da un imprenditore
straniero non lo troverei sconcertante".
Altro punto, le elezioni a ottobre con un anticipo dei
provvedimenti collegati alla finanziaria, anche se questo non
sarebbe nel calendario di Dini: "Non so quando ci saranno le
elezioni: è un problema che non mi appartiene. Ma sono convinto
che non si possa dar vita a un governo politico senza le
elezioni. E dubito che un'altra fase di governo tecnico sia utile
al paese". Ma Scalfaro ha detto che si può votare anche nel '96:
"Il presidente della repubblica ha detto un'altra cosa: che dal
punto di vista istituzionale si può votare nella primavera del
'96. E io aggiungo nell'autunno del '97, nell'inverno del '98, a
Natale del '99. Il problema che pongo io è politico: il
presidente della repubblica svolge il suo ruolo, prezioso, di
custode della costituzione". Ancora, le pensioni: "In parlamento
difenderemo le scelte qualificanti dell'accordo
governo-sindacati".
D'Alema sembra sicuro. Un operatore chiede: "Ci sono cinque
milioni di miliardi in giro per il mondo in attesa di essere
allocati: che cosa dite all'estero se vincerete le elezioni?" "Se
noi vinciamo le elezioni - risponde - quelli investono 100.000
miliardi in più". "Così, a scatola chiusa?", si allibisce
l'interlocutore. "No, gli esteri al terzo provvedimento di
Berlusconi senza copertura hanno ritirato 50.000 miliardi. E
adesso si è determinata l'impressione che il centro sinistra sia
un elemento di stabilità, di garanzia, di uscita dal caos".
Insomma, il segretario della Quercia tenta di abbracciare quel
mondo rimasto prima abbacinato e poi ustionato dal miracolo
azzurro: "Quelle nuove frontiere liberali che fece vedere
Berlusconi non potranno essere raggiunte senza il concorso della
sinistra".
All'insegna del blu
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