Questo il bilancio della giornata: la lira, dopo aver aperto ancora debole, in proseguimento delle difficoltà di lunedì - 1.263 contro il marco, 1.731 contro il dollaro - è stata poi indicata da Bankitalia a 1.245 e 1.722, quasi in linea con le quotazioni dell'altro ieri. Qualche miglioramento anche su altre monete, come franco francese e sterlina, un ulteriore leggerissimo avanzamento nel pomeriggio. Piazzaffari, praticamente apatica, è cresciuta di poco più dell'un per cento con pochi scambi, saliti un po' dal livello del giorno prima a 326 miliardi.
Le prospettive di fondo del gioco continuano a restare nelle mani giapponesi e americane, soprattutto dopo che il ribasso del tasso di sconto tedesco non ha portato nessun effetto signigicativo. In attesa che il cambio tra yen e dollaro venga discusso al prossimo G7, continuano gli interventi concertati delle banche centrali di Giappone e Stati uniti. Quella giapponese è intervenuta anche ieri a sostegno del dollaro, portando così a 14 miliardi di dollari - 22-23.000 miliardi di lire - la cifra sborsata in marzo per sostenere il biglietto verde, con risultati quasi nulli (il dollaro è caduto in un mese da 96 a 86 yen).
Sull'istituto centrale del Sol Levante crescono le pressioni perché abbassi il tasso di sconto, già al minimo storico dell'1,75 per cento.