Tutto bene? Mica tanto. Restano infatti in negativo due elementi pesanti come macigni: l'occupazione e l'inflazione. Il primo, in un anno così florido, cresce troppo poco: un esile 0.6 per cento (già in aumento dello 0,4 stimato a settembre) con 45.000 posti in più dell'industria, 107.000 in più nei servizi ed altri 28.000 in meno nell'agricoltura e con un tasso di disoccupazione annuo al 10,8 per cento. Il secondo cresce invece decisamente troppo: tanto che il ministro del bilancio rivede ancora le stime: non più una crescita del 3,7 per cento ma del 4,2. C'è da fidarsi? Reggerà anche questa previsione o ci sarà da rimettere mano alle cifre? Il ministro del bilancio non può rispondere in modo più di tanto esaustivo: "Contiamo che non si innesti un circolo vizioso". Come dire, non siamo più di tanto nelle nostre mani, ma in quelle dei mercati. Come si fa siamo un po'
Alle stesse conclusioni del governo giunge anche il Centro Europa Ricerche. Il rapporto di previsione, illustrato ieri da Luigi Spaventa - guest star il ministro del bilancio Masera - ribadisce che la ripresa è di buona qualità, sostenuta e sostenibile. L'unica macchia è la disoccupazione, il rischio è l'inflazione. Quanto ai conti pubblici, il Cer registra il raggiungimento di un avanzo primario strutturale e dice che la stabilizzazione del rapporto debito/Pil è a portata di mano. Il sentiero virtuoso di crescita è quindi perseguibile ma è labile il limite che separa da una crisi finanziaria, perché permane un rischio paese.
Il consiglio dei ministri di ieri si è occupato anche di altre cose. Innanzitutto, per adempiere a una normativa Cee, motivano, ha rivisto al ribasso, dal 19 al 4 per cento, l'aliquota "da applicare ai canoni di abbonamento e ai corrispettivi per le prestazioni di servizi delle radiodiffusioni circolari riscossi nel settore privato". Un'inezia? Non troppo, visto che l'aliquota in questione riguarda solo praticamente Telepiù, la televisione via cavo in cui la Fininvest è presente adesso con il dieci per cento.Sono stati poi sottoscritti gli aumenti per i contratti di enti locali e regioni con incrementi medi compresi tra le 115 e le 156.000 lire al mese e con premi di produttività individuale due volte l'anno tra le 400 e le 700.000 lire lorde. E' stato poi ridotto di un terzo il personale della presidenza del consiglio: 340 persone su novecento, cento delle quali andrannonei commissariati. Infine due proroghe di pagamenti, (versamenti tributari e Iva) per le zone alluvionate.