Linea bollente

BARIGAZZI SILVIA

Linea bollente

SILVIA BARIGAZZI - ROMA E'

UNO SCONTRO all'ultimo telefonino, un risiko senza esclusione di colpi quello che sta contrapponendo Telecom e Omnitel (Olivetti), i due grandi contendenti della guerra per il Gsm, il telefono portatile paneuropeo.

Mentre il governo ha annunciato che deciderà entro fine mese se e come prendere in considerazione l'invito dell'Antitrust a far slittare la partenza - prevista per il primo aprile - del Gsm Telecom, Telecom ha denunciato l'autorità garante della concorrenza e del mercato alla Consob, la commissione di controllo della borsa, per "turbativa" di mercato, per aver diffuso la nota di Amato provocando giovedì la caduta dei titoli in borsa. Mentre Omnitel, il secondo gestore del telefonino paneuropeo, il consorzio che fa capo all'Olivetti, è ricorsa contro la partenza "anticipata" del concorrente anche alla corte d'appello. In questo schieramento di cannoni, ci si è messa anche Forza Italia, con attacchi ad Amato e la messa in discussione della convenzione con Omnitel, firmata da Ciampi l'ultimo giorno di governo e realizzata, non senza scontri e tensioni, da quello Berlusconi.

Ma vediamo di mettere un po' d'ordine nella giornata di ieri. La mattina è iniziata con Ernesto Pascale, l'amministratore delegato della Stet - la controllante Telecom -che ribadiva le sue reazioni all'Antitrust - "ci fermeremo solo davanti a una sentenza del tribunale" -, si lamentava per non essere stato sentito da Amato e spiegava le ragioni di Telecom : "Il sistema analogico Tacs (quello dei telefonini nazionali) rappresenta ormai un mercato maturo: con due milioni e mezzo di utenti rischia di arrivare al collasso. Il Gsm deve cominiciare a prendere il suo posto".

Intanto si poteva leggere su un quotidiano un'intervista dell'amministratore delegato di Omnitel, Francesco Caio, che lamentava gli svantaggi e proponeva una soluzione di compromesso: una partenza in estate dei due concorrenti ad armi pari, con qualche forma di compensazione per i 750 miliardi sborsati per le frequenze.

Nel pomeriggio è successo il finimondo. Ha cominciato il presidente dei senatori di Forza Italia, Enrico La Loggia, definendo "inquietante" l'intervento di Amato. Ha continuato una nota di ambienti "molto vicini all'ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi" diretta contro l'Antitrust il cui intervento "incide così fortemente sulla natura e sulla sostanza del mercato dei telefonini cellulari da alterare i presupposti stessi della convenzione Omnitel". Amato inoltre avrebbe dovuto agire con "cautela elementare" evitando di pubblicizzare la notizia, con tutte le conseguenze del caso come "dimostra la quotazione di borsa". Il bombardamento concertato è continuato con l'ex presidente di Unitel Nicolò Nefri - "le dichiarazioni dell'amministratore deleagto di Omnitel mettono in discussione la convenzione: le condizioni di gara erano ben note a tutti i concorrenti" e con il segretario generale della Silt-Cisl, sulla stessa lunghezza.

Intanto il consiglio di amministrazione di Telecom ha ritenuto "suo dovere" segnalare alla Consob la "turbativa" provocata dalla diffusione della lettera Amato sui titoli della società che mercoledì pomeriggio hanno perso più del due per cento. Telecom poi ha mandato una nota a Dini e Gambino per ribadire la "totale correttezza della decisione di iniziare il primo aprile: le convenzioni firmate nel dicembre scorso con tra il ministero delle poste e i due concessionari non prevedono alcun vincolo temporale".

E gli assediati? L'Antitrust ha ricordato di aver usato i suoi poteri di segnalazione di situazioni distorsive del mercato e che la notizia è stata resa pubblica perché uscita sul bollettino settimanale dell'autorità. Omnitel ha fatto presente che le sue richieste sono "tese al rispetto della convenzione". Mentre dalla Consob per ora esce un "no comment".

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