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BARIGAZZI SILVIA

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Telemontecarlo e la Ferfin chiamano in causa l'Antitrust per ottenere le frequenze: "Non è stata attuata la sentenza della Consulta"

S. BAR.

B. PE.


MILANO U LTIMO TRENO per Telemontecarlo. Come ultimo gesto prima di lasciare la presidenza della Montedison e della Ferfin, Guido Rossi ha presentato in questi giorni a Giuliano Amato, presidente dell'Antitrust, una segnalazione sulla "disparità di trattamento subìta da Telemontecarlo in materia di assegnazione delle frequenze e di illuminazione del territorio". La nota della Ferfin precisa che la segnalazione dell'Antitrust è stata fatta "in relazione a una sentenza della Corte costituzionale cui non è seguita alcuna concreta iniziativa governativa". Il riferimento è alla sentenza della Consulta del sette dicembre scorso che, ricorda il comunicato, "facendo seguito a un'iniziativa di Telemontecarlo ha dichiarato illegittime talune norme riguardanti l'assegnazione delle frequenze che limitano la libera concorrenza nel settore televisivo".

Sempre secondo il gruppo Ferruzzi "la significativa sentenza della Corte costituzionale, se rapidamente ed efficacemente applicata, potrà contribuire a ristabilire nel settore dell'emittenza radiotelevisiva condizioni di concorrenza effettiva, rimuovere il grave pregiudizio economico arrecato dalla situazione attuale a Telemontecarlo e, di conseguenza, salvaguardare meglio il pluralismo dell'informazione". Un modo neanche troppo indiretto per dire che se non di dà seguito alla sentenza della Consulta sulla legge Mammì, Telemontecarlo non ce la farà a sopravvivere.

E' un vecchio pallino di Guido Rossi: la legge Mammì è incostituzionale. Già cinque anni fa in occasione dei primi dibattiti sull'efficacia della legge Mammì, allora appena nata, fu proprio il professor Rossi a denunciarne il carattere oligopolistico e il vizio di incostituzionalità. Il duopolio Rai-Fininvest impedisce insomma la libera concorrenza e dunque l'ingresso di nuovi soggetti nel settore televisivo.

Lo sa bene Telemontecarlo condannata a produrre in perdita dalla stessa struttura del mercato delle concessioni, che la confina al sessanta per cento del territorio nazionale, bloccandola nell'audience e soprattutto nelle tariffe pubblicitarie. Una gran parte delle perdite subìte dall'emittente controllata da Montedison sono dovute proprio a questa anomalìa. E se le cifre di bilancio non cambieranno presto, Telemontecarlo rischia di essere penalizzatta dalla ristrutturazione che Luigi Lucchini, nominato ieri presidente della Montedison e della Ferfin, è stato chiamato a continuare senza esitazioni. I primi passi verso un ridimensionamento dell'emittente si sono già visti con la cassintegrazione per giornalisti e operatori e con la chiusura della sede di Milano.

Giuliano Amato con l'Antitrust non ha il potere diretto di mettere mano alla legislazione televisiva, compito che spetta al governo, al parlamento e al Garante per l'editoria. Può però dare un parere "consultivo" sulla questione e soprattutto cercare, se lo riterrà opportuno, di esercitare una pressione autorevole. Risulta che ci siano stati contatti diretti tra Giuliano Amato e il professor Rossi per esaminare il caso Telemontecarlo e pare che il presidente dell'Antitrust si sia impegnato a prendere visione al più presto della documentazione che gli è stata inviata dalla Ferruzzi finanziaria e da Telemontecarlo.

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