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  • Autore: LUIGI ABIUSI
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VISIONI/APERTURA

Il cinema di Hamaguchi, una vertigine sospesa tra il destino e la fantasia

GIAPPONE. Un regista forse anomalo Ryusuke Hamaguchi nel quadro del cinema giapponese degli ultimi quarant'anni, anche se tra gli anfratti dei dialoghi e dei silenzi che sono la sostanza dei suoi film e si ricollegano a grandi direttori di dialoghi come Ozu, proprio rispetto alla messa in scena, alla distribuzione nello spazio dei parlanti, emerge...

VISIONI/APERTURA

Dentro l’immagine, lo sguardo metafisicodi Leonardo Di Costanzo

ITALIA/BARI. I film come Ariaferma, densi, spessi, stratificati come murature, tutti in preda a una dialettica interna che sfuma, anzi trascende verso il riverbero, il bisbiglio, il sibilo segreto, terreo, tufoso delle cose, tra le cose, tra i volumi, metri cubi di spazio (cinematografico); si sedimentano nel tempo, detriti di materia immaginativa...

VISIONI/TAGLIO MEDIO

Preghiere pagane e riff di chitarra, notte psichedelica con Gioele Valenti

ITALIA. La Que Sabe appena pubblicato dall’etichetta gallese Weard Beard è un mosaico, un centone di prospettive, di angolazioni da cui vedere, ascoltare il rock psichedelico, secondo un’inclinazione che Gioele Valenti ha mostrato sin dal tempo di Ostro dei Lay Llamas, vinile violaceo sulla cui superficie si rifletteva il mito,...

VISIONI/TAGLIO BASSO

L’osmosi tra immagine e criticaper scoprire la stratificazione del senso

ITALIA. Se, per esercizio retorico, esercitando la facoltà dei tropi, metafore, metonimie ecc., cioè il transito naturale da un significato all'altro, da un contesto all'altro, favorito dal lessico, dal perno del significante; se, per questa via, si leggesse il titolo «Fuorinorma» alla luce di teorie freudiane in cui...

VISIONI/TAGLIO BASSO

La storia d’Italia nell’esistenza di Maria. Un’immagine in fuga di cielo e di mare

ITALIA/BARI. Certo, dentro questo autunno napoletano, mentre ancora fermentano le fibre dei film di Di Costanzo e Martone, è arrivato Sorrentino con il suo È stata la mano di Dio e la scena in cui lui da giovane si reca su un set cinematografico - è sempre stupefacente, qualcosa come un mesmerismo quando in un film irrompe altro...

VISIONI/TAGLIO BASSO

Tutti i colori dello schermo: i manifesti incantati di Renato Casaro

ITALIA/BARI. Il manifesto cinematografico, il cartellone dipinto, sfumato o chiaroscurato, anche solo le fotobuste che anni fa manipoli di appassionati rincorrevano per collezionarli, depositarli nel santuario delle loro stanze per farne feticci plasticosi da guardare e toccare nell’illusione di toccare l’immaginazione stessa, il sogno...

VISIONI/TAGLIO BASSO

La purezza fanciullesca nello sguardo dell’artista

ITALIA. La materia, la dimensione sterminata, multiforme della materia, il precipitato mitico inscritto in ogni superficie modellata, plasmata, è il perno intorno a cui ruota Pino di Walter Fasano, o anzi intorno a cui bascula, da un piano all'altro, vista la presenza delle dissolvenze incrociate che fanno emergere spettri al posto di...

VISIONI/TAGLIO BASSO

King Gizzard, psichedelici ma non troppo

AUSTRALIA. Tra gli esercizi di ermeneutica più complessi che si possano compiere oggi in ambito musicale, di critica musicale, c’è quello di definire l’esperienza – perché di esperienza si tratta, intessuta com’è di tutto un immaginario postmoderno, tra cinema, narrazioni, decostruzioni musicali...

VISIONI/APERTURA

Il cinema delle «origini» di Frammartino e l’infanzia del mondo

ITALIA/BARI. Abbarbicato agli schermi, alle sale, al terreno accidentato dell'offerta cinematografica di questi ultimi tempi, proprio come una capra che s'aggrappi a un costone o stia in piedi, ritta, fiera, su un tavolo Il buco, vincitore del Premio speciale della Giuria all'ultima Mostra di Venezia, non manca di far sentire ancora la propria...

VISIONI/TAGLIO BASSO

«Sex Education», un juke box sensoriale tra musica e scoperta gioiosa del sesso

USA. Nei Rencontres d'après minuit di Yann Gonzalez, subito divenuto film di culto da quando apparve a Cannes nel 2013, compare un juke box emozionale sfavillante di luci al neon e superfici di plexiglass senzienti che si adegua allo stato d'animo di chi lo tocca, anzi lo espande, tant'è che La Cagna (Julie Brémond) vi...

VISIONI/TAGLIO BASSO

«A salamandra», la fuga di una donna nelle ossessioni della carne

BRASILE. Nel palinsesto della Settimana della Critica, a Venezia, si affaccia il Brasile, il suo contesto torrido, bruciante, in balia di contraddizioni, sperequazioni, sommovimenti confusi, e soprattutto il carattere ardente, sensuale del suo cinema recente: È A salamandra di Alex Carvalho, un melò salmastro, i cui tempi si...

VISIONI/TAGLIO MEDIO

Squarci di vita nelle periferie addormentate

ITALIA/VENEZIA. Ekaterina Selenkina, russa, è regista di grande talento: pratica un cinema situato in quell’interregno tra sperimentazione e solida, consolidata autorialità che è già terreno di esercitazione per molti registi e video-artisti della sua generazione, tra cui mi viene in mente quell’Helena Wittmann...

VISIONI/TAGLIO BASSO

«Captain Volkonogov Escaped», nella cupa Russia delle epurazioni

ITALIA/VENEZIA. Captain Volkonogov Escaped di Natasha Merkulova e Aleksey Chupov, in concorso, è un percorso, anzi una visione di redenzione della gioventù militarizzata, nerboruta annessa ai regimi totalitari: atletismo, muscolarità levigata in sintonia con le teste rasate, lisce, e con occhi azzurri impassibili, sciorinati sin...

VISIONI/TAGLIO BASSO

Schegge da una distopica Taranto nel post-apocalittico «Mondocane»

ITALIA/VENEZIA. Più stratificato di quanto si potesse pensare, pur in alcuni inciampi fisiologici; anzi ibrido, necessariamente spurio, tra industria e realismo, film di genere e antropologia, film di formazione e politica in senso ampio, esistenziale, ecosistemico; ruvido ed emotivo, Mondocane (già nelle sale) è il primo film in...

VISIONI/TAGLIO BASSO

Breve ritorno a Twin Peaks, epifania di un mistero scritto sull’acqua

USA. Nel corso degli anni il cinema di David Lynch si è configurato (o, meglio, trasfigurato, rifratto per via di sdoppiamenti, sovrapposizioni fisionomiche, sfagli di materiale eidetico ecc.) come uno dei maggiori punti di riferimento, per quanto sfuggente, intangibile, per una critica gravitante intorno alle forme e alla loro origine...

VISIONI/TAGLIO BASSO

«Gibbone», un viaggio tra terra e cielosotto il segno dello space-rock

ITALIA. A voler vagliare il panorama musicale indie non solo italiano, tra i progetti più belli, più connotati - così intrinseci al segno, sonoro, come intarsiato su legno, su una di quelle maschere lignee africane - emersi negli ultimi anni, spiccano gli I Hate My Village, gruppo musicale gravitante intorno ad Adriano...

VISIONI/TAGLIO BASSO

Nella dimensione perduta del sogno, il kraut rock torna a far tendenza

USA. Negli ultimi tempi, forse come reazione alla segregazione – che portava a immaginare migrazioni dal chiuso delle proprie stanze – e poi magari in ragione di uno sfogo, di una proiezione dentro i luoghi riconquistati; sono comparsi nei cataloghi delle etichette discografiche e sugli scaffali dei negozi specializzati decine e...

VISIONI/TAGLIO BASSO

Stile corpi e desiderio, la Settimana della Critica

ITALIA/VENEZIA. Mai come ora l’annuncio dei palinsesti dei festival cinematografici, delle varie sezioni, dei meandri ora vibranti ora invece un po’ paludati delle selezioni, suona come la speranza di un ritorno definitivo ai luoghi cinematografici in questo interregno di vaccini e contagi che è ora la vita, con in più...

VISIONI/TAGLIO BASSO

«A Classic Horror Story», metafisica del frammento celata nelle pieghe del genere

ITALIA. Spesso è proprio dal «genere» che passa la legittimazione del segno, che si tratti di letteratura o cinema, o musica addirittura; quella tensione non solo verso la narrazione, ma verso le ragioni stesse del narrare, mostrare: il racconto dei motivi, dei presupposti del racconto, dei meccanismi di formazione,...

VISIONI/APERTURA

ShorTs Film Festival, lo sguardo curioso dell’immagine filmica

ITALIA/TRIESTE. Sembra che il solstizio d’estate, afoso e luminoso come non mai quest’anno, abbia inaugurato la stagione dei festival (non solo cinematografici) che oramai tornano in presenza, indicando e celebrando gli spazi, la loro fisicità, la suggestione che emanano non solo dagli schermi – magari posti nelle piazze urlanti...

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